Pensioni, il governa “gela” i sindacati: «Non ci sono soldi per riformare la legge Fornero»
Il linguaggio diplomatico classifica come “interlocutorio” un incontro privo di fatti concludenti. Sotto questo profilo, “molto interlocutorio” è stato quello odierno tra governo e sindacati sulle pensioni. Cgil, Cisl e Uil lo avevano reclamato a gran voce, minacciando scioperi e invocando «riforme strutturali» della previdenza, a partire dall’età d’uscita così come stabilita dalla legge Fornero. Di tutto questo non v’è traccia se si esclude una generica disponibilità di Palazzo Chigi a nuovi incontri sul tema «a partire – assicurano fonti del governo – da dicembre». Del resto, sempre secondo le stesse fonti, «nella manovra non vi sono le risorse per affrontare una riforma strutturale delle pensioni».
Incontro a Palazzo Chigi su manovra e pensioni
Significa che i sindacati o bevono la minestra o si gettano dalla finestra. Per fortuna che i loro capi sono molto più accomodanti di quanto non farebbero sospettare le loro dichiarazioni bellicose della vigilia. Prova ne sia il «giudizio positivo» dato dalla Cisl all’incontro odierno. A far vedere il bicchiere mezzo pieno al suo segretario generale Luigi Sbarra, l’attivazione di «due tavoli importanti, la cui necessità è stata sollecitata nelle settimane e nei giorni passati». Meglio di niente, certo. Meno ottimista di lui il leader della Cgil Maurizio Landini. Alla domanda se vi sia una qualche «certezza dei risultati», risponde infatti di «no».
Da Cgil e Cisl buon viso a cattivo gioco
Tutto quel che può esibire sul tema della manovra e delle pensioni è «la possibilità di un confronto che non era scontata». Comunque sia, il ruolo gli impone di fare buon viso a cattivo gioco. «Quello di oggi è stato un incontro utile», ripete come se volesse convincere innanzitutto se stesso. Il resto è galleggiamento fino alla «valutazione degli esiti» dei prossimi incontri. Nel frattempo, un po’ di faccia feroce non guasta. «Le mobilitazioni – annuncia – proseguono per rendere più evidente che legge di bilancio e riforme devono andare nella direzione di rimettere al centro il lavoro, i diritti, in particolare di giovani e donne». Insomma, tutto “molto interlocutorio”, soprattutto sulle pensioni. Ma ai sindacati sta bene così. Contenti loro..