Processo a Ciro Grillo: nelle carte spunta anche la sua “espulsione” dalla Nuova Zelanda
Dalla Sardegna alla Nuova Zelanda: spuntano nuovi elementi contro Ciro Grillo, nel processo per stupro di gruppo, in corso a Tempio Pausania. Ieri, è durata poco meno di mezz’ora l’udienza preliminare davanti alla gup del Tribunale di Tempio Pausania Caterina Interlandi che dovrà decidere se rinviare o giudizio o meno Ciro Grillo e i suoi tre amici, accusati di stupro di gruppo nei confronti di una ragazza italo norvegese di 19 anni. Tutto rinviato al 26 novembre.
L’udienza del processo rinviata al 26 novembre
Una violenza sessuale che sarebbe avvenuta, come racconta la giovane, nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nel residence in Costa Smeralda della famiglia di Beppe Grillo. La vicenda è più complessa di quanto sembri, a partire dalla versione di S.J. messa in dubbio in più punti da chat, captazioni e video. L’appuntamento di ieri davanti al giudice è durato così poco perché, hanno protestato i difensori, il procuratore non aveva chiesto un’udienza stralcio per la cernita delle intercettazioni d’interesse. Così il Gup ha incaricato un perito, con l’accordo di tutti, per trascrivere (entro il 15 novembre) una dozzina di telefonate, già presenti nel fascicolo, considerate rilevanti in questa fase dalle parti e non ancora sbobinate e ha stabilito di rimandare la discussione al 26 novembre.
Ciro Grillo: che cosa è accaduto in Nuova Zelanda
L’avvocato Bongiorno, legale di Silvia J., ha ottenuto anche la documentazione audio di quanto avvenne nell’agosto 2017 a Ciro Grillo durante un viaggio, una vacanza studio al Macleans College, scuola di Auckland, in Nuova Zelanda, si vede Ciro in primo piano con alcuni amici. Commento del figlio di Grillo: “Ca…i durissimi in Nuova Zelanda”. Il figlio del fondatore del M5s, si avventura in frasi volgari anche “sulle figlie del vicepreside del Macleans College, Phil Goodyear”. Scatta un processo scolastico, come riporta La Verità. I genitori, per evitargli guai peggiori «anche con la polizia», lo rimpatriano senza troppi convenevoli con il primo volo per l’Italia. «Hanno parlato anche di polizia. In Nuova Zelanda minacciare qualcuno è gravissimo». E ancora: «Ciro non c’è niente da fare il direttore generale ha parlato con Caterina e ti vogliono espellere con foglio di via, forse anche con la polizia se tu fai resistenza. A meno che tu non venga via di tua spontanea volontà, hanno già deciso che perderai il processo anche se tu ti scuserai o hai ragione. Non vogliono darti il nulla osta per l’altra scuola, quindi non ti puoi assolutamente spostare perché l’altra scuola non ti può accettare. Abbiamo veramente provato di tutto ormai da 16 ore, mi dispiace non c’è niente da fare». In un processo così delicato, secondo la Bongiorno anche quella storia neozelandese ha un peso.