Prof rifiuta di fare lezione agli studenti maschi in gonna: “Non siamo a Carnevale”. Sarà sospeso
Nel giorno della violenza contro le donne gli studenti maschi del
hanno deciso di vestirsi tutti con la gonna: “indumento – hanno scritto sulla pagina Instagram dell’Istituto – troppo spesso usato come scusante di molestie”. Ma questo gesto di solidarietà, peraltro già diffuso in altre scuole, non è piaciuto a un professore dell’istituto, docente di storia e filosofia. Il quale ha cacciato dall’aula i tre ragazzi vestiti, a suo dire, “in modo inappropriato”. Contro l’insegnante si è scatenato l’inferno. Ora per il docente è pronta una sospensione, mentre il resto della scuola continua a ribellarsi abbandonando l’aula durante le sue ore di lezione.
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Il professore aveva specificato che la solidarietà nella giornata contro il femminicidi si poteva dare anche in altre maniere. Sabato gli studenti di due altre classi – la quarta e la quinta della sezione D – sono usciti dall’aula durante l’ora del professor Mora, in segno di protesta. “Ci siamo rifiutati di seguire la sua lezione per difendere le nostre idee”: hanno scritto su Instagram dell’istituto. E anche alcuni docenti prendono le distanze dalle posizioni di Mora. Ma lui, nonostante tutto il polverone, non ha cambiato idea: “Quel vestiario era inaccettabile – insiste – totalmente inadeguato al contesto. E avrei avuto la stessa reazione se fossero venuti vestiti da clown o da Babbo Natale”. Per lui è quasi certa la sospensione che potrebbe arrivare prima di Natale.
Il professore si difende: “Basta difendere il pensiero unico”
“La lezione non può tenersi perché la classe esce dall’aula per protesta. Immagino che vogliano difendere il pensiero unico politicamente corretto», ha scritto il professore sul registro. Uno studente aveva indossato un abito lungo. Un altro ha indossato un tutù da ballerina. Il terzo, invece, si è limitato a smaltarsi le unghie di rosso. Il professore si è difeso: “Per solidarizzare con le donne non c’è bisogno di vestirsi da donne. Io a scuola vado in giacca e cravatta non perché voglio fare l’elegantone: ma perché considero la scuola un santuario di cultura e educazione che merita un vestiario adeguato. E voglio che gli alunni facciano lo stesso: non siamo al carnevale di Viareggio“.