Quirinale, La Russa a Forza Italia: «Pronti a sostenere Berlusconi, ma basta uscite incaute»
«Congelare il discorso» sul Colle ed evitare di «muoversi in modo incauto». È la strada suggerita da FdI agli alleati di centrodestra e, in particolare, a Forza Italia per evitare nuovi «fraintendimenti» e spianare la strada agli «impegni presi», ovvero muoversi in una logica di coalizione. A parlarne è Ignazio La Russa, dopo i retroscena polemici per la riflessione di Giorgia Meloni su come la scelta di Berlusconi di appoggiare il tavolo sulla manovra di Letta fosse sembrata un passo indietro rispetto al Quirinale.
«Meglio un fraintendimento ora, che altri più gravi poi»
Per il vicepresidente del Senato, intervistato dal Corriere della Sera, «può darsi» che sulla questione ci sia stato un «fraintendimento» tra Giorgia Meloni e Berlusconi. Ma «mai un fraintendimento è stato così utile», perché «meglio un fraintendimento oggi che altri più gravi domani». «Giorgia – ha sottolineato La Russa – è stata molto chiara nell’ultimo vertice a tre: sosterremo senza riserve Berlusconi se deciderà di correre per il Quirinale. Ma altrettanto chiaramente abbiamo detto che, se la strada fosse impraticabile, non è che ognuno poi può andare per conto proprio: il centrodestra deve muoversi unito sia nel sostenere Berlusconi, sia se si dovesse puntare su un altro candidato».
Il richiamo di La Russa sugli «impegni presi»
«Temete che Berlusconi si muova per conto proprio?», ha chiesto quindi Paola Di Caro, che firma l’intervista. «Diciamo che trattare da soli con il Pd non è il miglior viatico per muoversi da coalizione. Se si vuole un sostegno unitario ad una candidatura, per ottenerlo bisogna agire insieme, non ciascuno per conto proprio…», ha risposto La Russa, precisando che il suo «è un richiamo agli impegni presi, ai quali noi siamo sempre fedeli. Anche quando loro hanno esagerato nell’irritare noi».
Gli “incidenti” in cui è incorsa Forza Italia
La Russa, quindi, ha citato alcuni episodi, rispetto ai quali FdI ha sempre dimostrato senso di responsabilità, ma che comunque non si possono non registrare. «Non è stato bello che FI, per far subentrare uno dei suoi al posto di un deputato deceduto, che per la legge toccava pacificamente a noi, abbia sostenuto per iscritto che toccava a loro visto che la coalizione con l’assetto del governo Draghi “non esiste più”», ha spiegato La Russa, ricordando che alla fine «è subentrato un leghista, e non ci siamo opposti. Ma non è stato piacevole».
«Se non siamo tutti insieme non si va da nessuna parte»
Ugualmente non lo è stato «sentire dal presidente della Calabria Occhiuto che lui avrebbe vinto anche senza alleati: ce lo poteva dire prima, avremmo candidato la nostra Ferro». E, ancora, «non è possibile che Tajani continui a dire che senza FI la coalizione “non va da nessuna parte”». «A loro piacerebbe se noi, che con la Lega abbiamo il 40%, ogni giorno ripetessimo che un partito del 5% come FI senza di noi non va da nessuna parte?», ha quindi chiesto il senatore di FdI, chiarendo che «quello che dobbiamo sostenere invece, come FdI dice sempre, è: “Se non siamo tutti insieme non si va da nessuna parte”».
«Pronti a sostenere Berlusconi, ma su Draghi…»
A questo punto, però, la domanda è se anche in Forza Italia la pensino allo stesso modo. «Beh, io di Berlusconi ho veramente grande stima, ma certe uscite – ha sottolineato La Russa – lasciano a dir poco perplessi. Quando dice che Draghi può governare anche dopo il 2023, no, non siamo proprio d’accordo. Ma come, nemmeno dopo le elezioni i nostri elettori possono aspirare ad avere un premier di centrodestra? Non ne abbiamo a disposizione? E visto che Draghi non sarà di sinistra, ma nemmeno di destra, si sta forse pensando a un altro governo di unità nazionale?».
La Russa: «Congelare il discorso sul Quirinale, e basta uscite incaute»
«Secondo me – ha quindi commentato il senatore – questo discorso è incompatibile con il percorso che stiamo facendo anche in vista dell’elezione del prossimo capo dello Stato. Che andrebbe benissimo fosse Berlusconi, ma se non si riuscisse, in fondo, penso io, anche Draghi, nel senso che entrambi sarebbero perfetti per aprire la strada alla grande riforma che serve al Paese: quella presidenzialista, di diritto, non di fatto». La necessità, dunque, è focalizzarsi su ciò che unisce, anche rispetto alla partita del Quirinale. A cominciare dalla visione condivisa sulla «necessità di congelare il discorso sul Quirinale oggi». «Però – ha avvertito La Russa – non basta non parlarne: bisogna anche non muoversi in modo incauto, diciamo».