Rampini mitico: “Mi dissocio dalla venerazione per Greta Thunberg, basta inginocchiamenti”
Federico Rampini a PiazzaPulita esce fuori dal coro delle lodi sperticate a Greta Thunberg e gela Corrado Formigli contestando l’idolatria nei confronti della ragazzina che predica l’apocalisse ambientale. Durante la trasmissione si sta parlando del vertice di Glasgow Cop 26 sul clima.
“Io, siccome non faccio il ministro posso essere ancora più esplicito: io mi dissocio dalla venerazione nei confronti di Greta Thunberg – premette Rampini interpellato proprio su Greta -. Mi preoccupa lo spettacolo degli adulti che si genuflettono davanti agli adolescenti. Gli adolescenti fanno il loro mestiere, fanno benissimo a cavalcare le utopie e a gridarci delle provocazioni”.
Ma lo spettacolo degli adulti che pendono dalle labbra di un’adolescente non è certamente edificante. “Gli adulti devono governare il mondo. E ci sono adulti che a quel vertice sono andati in rappresentanza di un miliardo e mezzo di cinesi e di indiani, che non possono rinunciare da un giorno all’altro al carbone. L’alternativa è chiudere le fabbriche, gettare centinaia, milioni di persone sul lastrico. Si muore di fame prima ancora di morire di inquinamento”, sottolinea il giornalista.
“Ma è vero che Cina e India hanno fregato l’Occidente sull’inquinamento?”, chiede Formigli a Rampini. Il quale risponde: “No… non ci hanno fregato. Il caso che conosco meglio è la Cina, che ci crede alla transizione sostenibile e alla lotta al cambiamento climatico. È già numero uno mondiale nei pannelli solari, ha una posizione dominante nell’eolico e nell’auto elettrica. Ha un progetto molto chiaro. È un problema per noi, certo”.
Sul caso cinese Rampini ha di recente pubblicato il libro “Fermare Pechino“, nel quale sottolinea come con Xi Jinping la Cina abbia gettato la maschera. “Non nasconde le sue ambizioni egemoniche. Ostenta un enorme complesso di superiorità verso l’Occidente. Minaccia e ricatta ogni paese già scivolato in una situazione di dipendenza economica (dai vicini asiatici all’Australia, dai Balcani fino all’Europa centrale). Perché vuole monopolizzare le tecnologie del futuro, a cominciare dall’auto elettrica. Perché a Hong Kong ci ha fatto vedere cosa può accadere a chi finisce dentro la sua sfera d’influenza”.