Riuniti i processi per i genitori di Renzi: bancarotta di 3 coop e false fatture

2 Nov 2021 20:29 - di Paolo Lami
renzi

Il Tribunale di Firenze, presieduto dal giudice Fabio Gugliotta, ha riunito in un unico processo, su richiesta delle parti, i due procedimenti in primo grado che vedono imputati i genitori dell’ex-premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli.

La decisione è arrivata oggi nel corso della terza udienza del processo che vede i coniugi Renzi imputati, in concorso con altri 13 indagati, per la bancarotta delle cooperative Marmodiv, Delivery e Europe Service, che erano in affari con la Eventi 6, società della famiglia Renzi-Bovoli.

A questo processo ne è stato aggregato uno collaterale, nel quale i genitori dell’ex-segretario del Pd e la figlia Matilde il 20 maggio scorso sono stati rinviati a giudizio a seguito di un’altra inchiesta relativa a presunti reati fiscali che sarebbero stati commessi nella gestione della Eventi 6 srl con sede a Rignano sull’Arno.

Questa mattina nell’aula bunker di Santa Verdiana era presente anche Tiziano Renzi. Con i coniugi Renzi, nel processo per la bancarotta delle tre cooperative sono imputate altre 13 persone, accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta e emissione di false fatture.

Le cooperative si occupavano in particolare di volantinaggio e distribuzione di materiale pubblicitario. E, secondo le accuse della Procura di Firenze, Tiziano Renzi e Laura Bovoli sarebbero stati amministratori di fatto delle tre coop, tramite persone di fiducia o comunque condizionando le decisioni prese all’interno delle stesse società dedite in particolare al volantinaggio e alla distribuzione di materiale pubblicitario.

Gli altri imputati sono i legali rappresentanti delle cooperative coinvolte, componenti dei cda e imprenditori.

Il processo riguarda il fallimento delle cooperative Delivery Service Italia, Europe Service e Marmodiv, che si occupavano in particolare di volantinaggio e distribuzione di materiale pubblicitario.

Secondo le accuse della Procura di Firenze, Tiziano Renzi e Laura Bovoli sarebbero stati amministratori di fatto delle tre coop, tramite persone di fiducia o, comunque, condizionando le decisioni prese all’interno delle stesse società dedite in particolare al volantinaggio e alla distribuzione di materiale pubblicitario.

L’indagine era partita dalla Delivery Service Italia, cooperativa dichiarata fallita a giugno 2015 e di cui Tiziano Renzi e Laura Bovoli sarebbero stati, per la Procura, amministratori di fatto fino a giugno 2010.

In questo caso secondo le accuse i due coniugi, con altri – tra cui Roberto “Billy” Bargilli, l’autista del camper di Matteo Renzi per le primarie per la segreteria del Pd del 2012 e in passato nel cda della cooperativa – avrebbero cagionato “il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell’aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, o comunque, aggravando il dissesto“.

Per quanto riguarda la Europe Service, fallita ad aprile 2018, invece i coniugi Renzi – considerati dalla Procuraamministratori di fatto fino a dicembre 2012” – sono accusati con altri di aver sottratto “con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili“.

C’è poi il caso della Marmodiv, cooperativa fallita con sentenza del Tribunale di Firenze il 20 marzo 2019.

La bancarotta fraudolenta in questo caso viene contestata oltre che a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, anche a Giuseppe Mincuzzipresidente del cda fino al marzo 2018″ e a Daniele Goglioamministratore di fatto fino a marzo 2018″ della Marmodiv.

Per il procuratore aggiunto Luca Turco, titolare del fascicolo di indagine, i quattro indagati “concorrevano a cagionare il dissesto della società esponendo, al fine di conseguire un ingiusto profitto, nel bilancio di esercizio al 31 dicembre 2017, approvato dall’assemblea dei soci il 27 giugno 2018 nell’attivo patrimoniale, crediti per ‘fatture da emettere’ non rispondenti al vero per un importo superiore a 370 mila euro, così iscrivendo a conto economico maggiori ricavi ed evitando di evidenziare una perdita d’esercizio“.

Così, continua il capo di imputazione formulato dalla Procura fiorentina, “Renzi , Bovoli e Mincuzzi – presidente del consiglio di amministrazione fino al 15 marzo 2018 – erano in grado di ‘cedere’ all’amministratore di fatto Daniele Goglio la cooperativa ormai fortemente indebitata e Goglio poteva tenere la condotta distrattiva contestata”.

Per la Marmodiv i coniugi Renzi , con altre sei persone, sono accusati anche di aver emesso alcune fatture “per operazioni… in parte inesistenti” “al fine di consentire alla ‘Eventi 6‘ l’evasione delle imposte sui redditi“.

Il 7 ottobre del 2019 il Tribunale di Firenze ha condannato in primo grado a un anno e nove mesi di reclusione (pena sospesa) Laura Bovoli e Tiziano Renzi e a due anni l’imprenditore Luigi Dagostino al termine del processo per due fatture false emesse dalla Party srl (da 20mila euro più Iva) e alla Eventi 6 srl (140mila euro più Iva), società imprenditoriali gestite dai genitori del leader di Italia Viva.

Dagostino era accusato, oltre che di fatture false, anche di truffa aggravata, perché avrebbe pagato i coniugi Renzi per lavori inesistenti.

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