Serate romane: a Palazzo Altemps a braccetto con D’Annunzio, la moglie, la suocera e la Duse…

9 Nov 2021 16:04 - di Francesco Severini
D'Annunzio

In occasione delle aperture serali straordinarie del Museo Nazionale Romano, diretto da Stéphane Verger, il Teatro di Palazzo Altemps ha ospitato la conversazione “La Forza della Memoria: Gabriele D’Annunzio a Palazzo Altemps“. Il dibattito ha visto la partecipazione della giornalista Mariagloria Fontana, del conduttore radiofonico Francesco Vergovich, di Angelo Piero Cappello, Direttore del “Centro per il libro e la lettura” e infine di Annamaria Andreoli, già presidente della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani (1997-2008)”. E curatrice delle opere di Gabriele d’Annunzio nei Meridiani Mondadori.

D’Annunzio e il matrimonio a Palazzo Altemps

A Palazzo Altemps D’Annunzio visse con sua moglie, nonché padrona di casa, Maria Hardouin di Gallese. E proprio da questo dettaglio biografico non a tutti noto ha preso il via la serata. D’Annunzio – ha ricordato Annamaria Andreoli – è stato da subito un personaggio acclamato a Roma. E fu grazie a sua suocera, donna Natalia, che poté intraprendere la carriera politica e anche quella di cronista mondano lautamente pagato su La Tribuna.

D’Annunzio e le cronache mondane

Si è parlato dei legami tra D’Annunzio e Roma, sapientemente descritta nel primo romanzo dannunziano, Il Piacere (del quale è appena uscita una nuova edizione curata proprio da Angelo Piero Cappello). E di come colui che avrebbe dato vito agli inizi del Novecento all’impresa fiumana fosse stato il primo inventore del divismo, anche cesellando il proprio linguaggio ad arte per incuriosire il pubblico femminile. “Nelle cronache di questo giornalista – hanno scritto di D’Annunzio estensore di una rubrica mondana quotidiana – senti come un andare per sogno, un risoluto prescindere dalla vita più vera dentro quella bella, poetica e luminosa e patetica Roma, dove di proprio vero non accade mai nulla...”.

La letteraccia a Giovanni Pascoli

E, ancora, si è detto della sua rivalità con Giovanni Pascoli, che pure D’Annunzio stimava moltissimo, e di una corrispondenza rissosa in cui il Pescarese difende la sua attività sportiva, e il fatto che lo si veda spesso a cavallo mentre “tu – scrive rivolto a Pascoli – ti occupi della diarrea del tuo cagnolino…”.

D’Annunzio dunque modernissimo nel gestire il suo successo, al punto che in Francia le sue opere avevano accoglienza più festosa e importante di quella riservata a Marcel Proust. D’Annunzio inventore di nuove mode, tra cui quella dell’abbronzatura, esaltata nell’Alcyone e considerata prima di lui “roba da contadini” mentre le nobildonne si riparavano il pallore del volto con gli ombrellini.

Il rapporto tra D’Annunzio e Eleonora Duse

Un D’Annunzio, ha sottolineato Angelo Piero Cappello, che sovrapponeva continuamente fantasia e realtà come quando frequenta il bordello di Via Condotti e allo stesso tempo scrive quattro lettere al giorno alla sua amante raccontandole di sentire molto la sua mancanza… Né poteva mancare l’irruzione, negli interventi della serata, di Eleonora Duse: anche rispetto a questa figura, hanno spiegato i relatori, D’Annunzio fornisce la sua versione di una Duse innamorata, devota, gelosissima e che pendeva dalle sue labbra.

Il carteggio con la Duse

Al contrario fui lei a volerlo e ad avvicinarlo, e a ritardare per anni la rappresentazione delle sue opere (D’Annunzio per lei lascia i romanzi e scrive per il teatro) rifiutando il ruolo di colei che recitava D’Annunzio “perché la Duse – ha concluso Annamaria Andreoli – recitava solo la Duse, ed è stata la più grande. Così come il loro carteggio è uno dei più belli che si possano leggere”.

Dopo il convegno, organizzato dai funzionari del Mic Chiara Giobbe e Stefano Lanna, è stato possibile visitare i capolavori della scultura romana antica che il museo ospita. All’interno del Palazzo c’è anche la cappella dove D’Annunzio e Maria di Gallese convolarono a nozze il 28 luglio 1883 dopo una “fuitina” che convinse il padre furente della sposa a dare il suo assenso.

 

 

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