Sondaggio: FdI vera forza interclassista. La Lega “ruba” gli operai al Pd. Il Rdc “regge” i 5Stelle
“Pensionati di tutta Italia unitevi!“. Sì, potrebbe essere questo appena letto lo slogan in grado di racchiudere il nuovo radicamento sociale del Pd, il primo partito della sinistra italiana. Pensionati al posto dei “proletari“, destinatari del celebre appello all’unità mondiale con cui Karl Marx e Friedrich Engels concludsero il Manifesto comunista. A sostenerlo è il nuovo sondaggio condotto dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli, pubblicato dal Corriere della Sera oggi in edicola. Un lavoro utilissimo a comprendere le traiettorie sociali e territoriali dei maggiori partiti e ad illuminarne crisi e/o successo. È certamente crisi quella che il Pd registra nel rapporto con il mondo operaio. Il partito di Letta, stimato dall’Ipsos al 20,7 per cento, raccoglie tra le tute blu solo l’8,2 per cento. I suoi nuovi elettori sono gli ultra 65enni (36,4 per cento), diffusi in largissima parte nell’Italia centrale e nel Nord-Ovest, residenti preferibilmente (26,5) nei Comuni superiori ai 100 abitanti.
Il sondaggio effettuato dall’Ipsos per il Corriere della Sera
Tra essi i laureati (26,2) staccano di circa dieci punti i possessori di sola licenzia media. Un partito “vecchio” (nella fascia compresa tra i 35-49enne il Pd crolla al 13,5 per cento) e che comincia a rarefarsi al Sud, dove lo voterebbero solo 14 elettori su cento. E gli operai? Sono andati ad infoltire le schiere della Lega, cui il sondaggio accredita un 20 per cento di media. Qui le tute blu totalizzano il 27,8 per cento. Davvero tanto: ben 9 punti in più rispetto a quanto totalizzato tra imprenditori e autonomi, un tempo vera ossatura del Carroccio. Confermata la trazione nordista che regala al partito di Salvini quasi un 7,5 per cento in più. Una performance cui fa però da contraltare il dissolvimento nel resto d’Italia, paradossalmente più evidente al Centro (12,9 per cento) che al Sud (15,6).
Le tute blu premiano il Carroccio
A differenza del Pd l’ambiente migliore per i leghisti sono i Comuni sotto i 10mila abitanti. L’altro punto di forza sono le casalinghe (23,2). Ma le maggiori sorprese arrivano da Fratelli d’Italia (al 18,8 per cento secondo il sondaggio). A giudizio dell’Ipsos, infatti, tra FdI e An si registra più discontinuità di quanto si immagini. A cominciare dall’insediamento territoriale: il partito di Giorgia Meloni fa registrare un vero e proprio boom nel Nord-Est (24,1) e ottime performance anche nel Nord-Ovest, dove totalizza il 21. Appena un decimale in meno nel Centro. Decisamente meno positivo il dato del Mezzogiorno (13,7). Sorprendente è anche il gradimento tra gli operai (17,7), soprattutto se riferito a quello goduto dal Pd.
FdI sfonda nel Nord-Est. Il M5S resiste al Sud
Dove sfonda FdI è tra gli autonomi (28,2 per cento), ma percentuali ragguardevoli sono anche quelle che riguardano imprenditori (21), impiegati (20,7) e pensionati (21,4). Un partito decisamente interclassista. Al contrario, si connota ormai come appannaggio quasi esclusivo dei disoccupati (19,5 per cento) il M5S, dato dal sondaggio al 16,5. Se a ciò aggiungiamo il prevalente radicamento sudista, si fa presto a concluderne che le fortune elettorali dei 5Stelle sono in gran parte legate al reddito di cittadinanza. Chiude l’analisi di Pagnoncelli Forza Italia, stimata a quota 8 per cento e ormai più forte al Sud che al Nord. I berlusconiani risultano più apprezzati dai laureati (12,5) e dagli imprenditori (12,7). Un tempo, a battere per Silvio era soprattutto il cuore delle casalinghe. E anche questo ci dice che siamo ormai dentro un’altra era politica.