“Trovata viva Guerrina Piscaglia”. Padre Graziano vuole la revisione del processo: “E’ in convento”

27 Nov 2021 19:48 - di Lucio Meo

“E’ in un convento francese, ho le prove”. Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa nel 2014 a Ca’ Raffaello, in provincia d’Arezzo, sarebbe ancora viva, secondo gli avvocato di Padre Graziano, alias Gratien Alabi, il prete congolese condannato a 25 anni di carcere dalla Corte di Cassazione per l’omicidio della sua “fedele” e forse amante e concittadina di Badia Tedalda (Arezzo). Secondo Riziero Angeletti, il legale del prete congolese, dietro la scomparsa improvvisa di Guerrina Piscaglia, il cui corpo non fu mai ritrovato, ci sarebbe una fuga volontaria all’estero e non un efferato delitto del prete, di cui forse la donna si era invaghita.

Guerrina Piscaglia e la presunta innocenza di Padre Graziano

L’avvocato, intervenuto a Pomeriggio Cinque ha spiegato che la donna si troverebbe in un piccolo paese francese, al sicuro, dentro un convento. La segnalazione sarebbe però di scarsa credibilità: si tratterebbe di una informazione ricevuta da una sensitiva, per questo sarà necessario fare tutte le verifiche del caso, che sostiene di essere a conoscenza di dettagli molto importanti della vicenda.

«Sto lavorando per avviare l’iter di un’ipotesi di revisione», ha aggiunto a Pomeriggio Cinque, «andrò in prima persona in Francia, nel luogo che mi è stato indicato con precisione da questa donna che mi ha contattato», ha poi concluso.

Padre Graziano, per i giudici, avrebbe strozzato Guerrina Piscaglia per poi occultarne il cadavere, dopo che la donna si era allontanata dalla sua abitazione di Ca’ Raffaello, nel comune di Badia Tedalda (Arezzo), il 1 maggio 2014, per dirigersi in parrocchia. Con il suo comportamento fatto di complimenti e attenzioni particolari e facendo leva sul suo essere un “uomo di Dio”, padre Graziano “ha fatto innamorare” Guerrina, persona fragile, e poi l’ha “eliminata fisicamente” perchè in preda alla paura di essere scoperto. Il movente (che in primo grado non era stato accertato) secondo i giudici d’appello fiorentini sarebbe stata la paura che Guerrina rivelasse fatti “scabrosi” ai superiori religiosi del sacerdote e ai carabinieri. Sentenza poi confermata in Cassazione.

L’aggressione e lo strangolamento per evitare ricatti

In primo grado i giudici non avevano descritto le modalità dell’uccisione di Guerrina (non ci sono testimoni né tracce né il corpo è stato mai trovato), ma il giudice estensore della sentenza di condanna di appello, Anna Maria Sacco, descrive la “compressione” esercitata quel primo maggio 2014 dal prete africano sulla donna, dopo il litigio nel primo pomeriggio, fino a farla morire rapidamente per asfissia. Benchè Alabi abbia sempre negato di aver corrisposto all’infatuazione amorosa provata da Guerrina, in realtà, padre Graziano avrebbe avuto rapporti sessuali con la sua parrocchiana.

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