“Un solo partito per FdI e Lega? Impraticabile”. Politici e intellettuali bocciano l’idea della Le Pen
“Giorgia Meloni e Matteo Salvini mettano da parte le rivalità e uniscano le forze per combattere in Europa la comune battaglia”. L’esortazione ai leader di Fratelli d’Italia e Lega arriva, via Corriere della Sera, da una Marine Le Pen intenta ad accarezzare il sogno presidenziale. I sondaggi la danno in risalita dopo una fase in cui per il ballottaggio finale contro Macron sembrava favorito Eric Zemmour, giornalista ultraconservatore di Le Figaro. La bionda leader del Rassemblement National punta all’Eliseo per poi dedicarsi a modificare radicalmente gli attuali assetti in seno alla Ue e farvi pesare di più gli Stati nazionali. Un obiettivo impensabile senza la sponda di un Paese importante e fondatore come l’Italia.
Marine Le Pen intervistata dal Corriere della Sera
Da qui l’appello alla Meloni e a Salvini. Una posizione, la sua, politicamente molto forte e che non ha mancato di suscitare il dibattito anche da noi. “Non ho elementi precisi in proposito per poter valutare…”, è il cauto commento di Ignazio La Russa, che tiene tuttavia a puntualizzare che quella che la Le Pen “chiama rivalità” è frutto di un “difetto di informazione“. Dal momento che, spiega, “nelle scelte decisive Matteo e Giorgia trovano sempre una sintesi, pur essendo capi di due partiti alleati, ma diversi“. Anzi, per La Russa, il centrodestra italiano potrebbe diventare in tal senso un modello per la stessa leader del Rn. Concetto, questo, espresso in un tweet anche da Salvini: “In Italia e in Europa costruiremo un centrodestra sempre più forte, insieme“.
La Russa e Salvini: “Il nostro centrodestra è un modello”
La sortita della Le Pen tiene banco anche tra gli opinionisti e gli intellettuali vicini o non ostili alla destra italiana. Vi rientra anche Vittorio Feltri, sebbene oggi sieda nel Consiglio comunale di Milano in quota FdI. “Una via impraticabile“, sentenzia parlando con l’Adnkronos. “Le questioni francesi – sottolinea – non somigliano neanche lontanamente alle questioni italiane. Una fusione anche solo ideale fra questi due partiti la vedo francamente velleitaria“. Strada sbarrata anche nel ragionamento di Marcello Veneziani. “Tra la Lega e Fratelli d’Italia – ricorda – ci sono diverse origini ideologiche, diverse estrazioni sociali. Puntare a una loro fusione mi pare francamente eccessivo: non ci sono le condizioni A me pare già tanto che ci sia una salda federazione“. Come Veneziani anche Giordano Bruno Guerri: “Lega e Fratelli d’Italia – osserva – sono troppo diversi. E i loro leader Salvini e Meloni hanno una personalità troppo forte e un’età ancora troppo giovane per cedere il passo e il potere all’alleato-concorrente”.