Utero in affitto, coppia italiana abbandona una bimba a Kiev. Meloni: «Sia reato universale»
«La vita non può essere merce di scambio». A dirlo è stata Giorgia Meloni, commentando la notizia della bimba nata in Ucraina da utero in affitto e abbandonata dalla coppia italiana che l’aveva “commissionata”. La leader di FdI, quindi, è tornata a lanciare il proprio appello a tutte le forze politiche, a partire da quelle del centrodestra, affinché sostengano la sua proposta di legge per rendere l’utero in affitto reato universale e, quindi, perseguibile in Italia anche se commesso all’estero.
Meloni: «Una notizia sconvolgente»
«Siamo sconvolti dalla notizia della bimba nata in Ucraina attraverso la pratica dell’utero in affitto perché commissionata da una coppia di italiani e poi abbandonata», ha spiegato Meloni, ricordando che la bimba è potuta arrivare in Italia per essere affidata a una nuova famiglia grazie all’intervento del nostro consolato a Kiev, con il supporto della polizia e della Croce Rossa. Meloni li ha ringraziati, insieme «a tutti coloro che si sono presi cura della bambina e non le hanno fatto mancare nulla».
L’appello per la legge sull’utero in affitto reato universale
«Rinnoviamo ancora una volta il nostro appello alle forze politiche, a partire da Lega e Forza Italia: uniamo le forze per approvare la proposta di legge di FdI, ora all’esame della Commissione Giustizia della Camera, per rendere l’utero in affitto reato universale, ovvero punibile anche all’estero. La vita non può essere una merce di scambio», ha concluso Meloni.
Il caso della bimba abbandonata a Kiev
Del caso della bimba abbandonata a Kiev ha parlato Avvenire, che ha spiegato come la coppia italiana, dopo la nascita della piccola, l’abbia lasciata per un anno alle sole cure di una baby sitter. Quando i due italiani hanno smesso di pagarla, la donna si è rivolta al consolato, che, dopo aver accertato che i “committenti” non avevano alcuna intenzione di farsi carico della piccola, ha avviato la procedura che infine l’ha portata in Italia perché potesse essere affidata a una coppia di veri genitori.