Vaccini ai bambini, Crisanti avverte: «È troppo presto per avviare una profilassi a tappeto»
I vaccini ai bambini? «Non sono contrario, sono semplicemente attendista». Lo chiarisce in un’intervista al Corriere della Sera Andrea Crisanti. «Dico solo che non c’è fretta», aggiunge il microbiologo dell’università di Padova. «Fra due mesi, quando avremo i dati di Israele dove sono partiti a tamburo battente con la campagna pediatrica, potremo concludere che questi vaccini sono sicuri. Sono certo che così sarà. Però è troppo presto per cominciare, adesso, con un piano di profilassi a tappeto. La fretta bisogna averla invece nel somministrare le terze dosi. Avere abbreviato i tempi è una mossa giustissima. In questo modo si anticipa il calo dell’immunità. Dopo sei mesi la protezione dall’infezione diminuisce dal 95 al 40%, quella dalla malattia dal 90 al 65%. Quindi se le difese vengono ripristinate dovremmo metterci al sicuro. È l’assoluta priorità. Bisogna fare presto».
Vaccini ai bambini, casistica limitata
«L’autorizzazione da parte dell’agenzia europea Ema al vaccino pediatrico», spiega Crisanti, «è basata su uno studio che ha coinvolto circa duemila bambini. Una casistica limitata. Dal mio punto di vista e di altri colleghi con questi numeri si dovrebbe parlare al massimo di studio preliminare. Mi chiedo inoltre a quale livello sociale appartengano i bimbi inseriti nello studio. Va quasi sempre a finire che a partecipare alle sperimentazioni siano le famiglie più vulnerabili. Le valutazioni di Ema e Fda non esclude il diritto di critica».
Crisanti: se fossi un genitore aspetterei
«Non sono mai stato contrario a nessun vaccino ma sono i dati a contare», precisa il microbiologo. «E da questa posizione non mi smuovo di un millimetro. È una questione di procedura e trasparenza. I bambini sono soggetti vulnerabili e oltretutto non possono decidere individualmente. Se fossi un genitore aspetterei, ma solo per essere più confortato in una scelta così importante. Non sono piccoli adulti, sono diversi dal punto di vista biologico e fisiologico altrimenti non ci sarebbero i pediatri».
Dai vaccini ai bambini alla trasparenza
Secondo Crisanti, ciò che manca è la mancanza di trasparenza. «Le sembra normale», domanda, «che a tutti gli italiani vaccinati con AstraZeneca non sia stato spiegato perché improvvisamente quel vaccino è stato tolto di mezzo. Dal mio punto di vista si tratta di un ottimo vaccino e chi lo ha ricevuto sul braccio ha diritto di sapere il motivo per cui non c’è più. Tante altre cose andrebbero spiegate. Avevano previsto che a settembre avremmo raggiunto l’immunità di gregge. E invece ci ritroviamo alle prese con una nuova ondata».
La variante Omicron e l’elevata trasmissione
Non solo la questione dei vaccini ai bambini. «La Omicron non ha avuto nessun impatto in Italia fino a questo momento. È una variante con elevata trasmissione, altrimenti non avrebbe prevaricato la Delta. Ha un vantaggio selettivo, è più contagiosa. Sarebbe una pessima notizia se si scoprisse che la Omicron è causa di forme di malattia grave. Sarebbe una notizia ottima se invece si capisse che, come sembra sulla base dei primi dati raccolti in Sud Africa, sia responsabile di sintomi lievi. Nel secondo caso, sarebbe la prova che l’epidemia è finita perché verrebbe alimentata da una variante che immunizza senza fare male. Significherebbe che il virus starebbe evolvendo verso una minore virulenza. Quindi la comparsa di questo nuovo ceppo non è necessariamente un fatto negativo».