Vaccino ai bambini, genitori dubbiosi. Palù insiste: «Il Covid è diventato una malattia pediatrica»
All’indomani del via libera dell’Ema ai vaccini per i bambini dai 5 agli 11 anni. E nelle stesse ore in cui arriva l’allarme degli scienziati per la nuova variante Covid proveniente dal Sud Africa, il presidente dell’Aifa Giorgio Palù in un’intervista al Corriere della Sera ribadisce la sua convinzione nell’immunizzazione dei più piccoli. Un tema controverso che solleva le perplessità di molti e che vede il dibattito acceso su posizioni fortemente contrastanti. E dichiara: Proteggere i piccoli è una necessità. Ora il Covid è diventata una malattia pediatrica, tra le prime cause di morte. Mentre nessuna giovane vita è stata interrotta a causa del vaccino».
Palù insiste sul vaccino ai bambini: «Il Covid è diventato una malattia pediatrica»
Non solo. Sempre nell’intervista al quotidiano di via Solferino, Palù torna a fare riferimento ai dati della sperimentazione. E rilancia: «Il Cdc americano, la massima autorità per il controllo delle malattie infettive, ha già raccomandato l’uso di questo vaccino, prodotto da Pfizer. Gli studi presentati dall’azienda per avere l’autorizzazione al commercio, arrivata in Usa il 29 ottobre scorso, hanno coinvolto 2.40o bambini. L’efficacia si è rivelata del 90,7% nel prevenire la malattia sintomatica. Non si sono visti effetti avversi di rilievo».
Con la variante Delta il rischio di contagio di avere una sindrome infiammatoria è maggiore
Gli adolescenti e i ventenni però qualche problemino lo hanno avuto. «I problemi di miocardite, l’infiammazione al cuore che si è manifestata in ragazzi più grandi, in questa fascia d’età, sono stati rarissimi e mai seri. Mentre invece – avverte – è maggiore il rischio di prendere il Covid e sviluppare una sindrome infiammatoria, la Mis-C, che è grave e colpisce molti organi». Ma allora, si può procedere alla vaccinazione dei bambini, nessun dubbio? «Certamente no – risponde Palù –. I benefici sono diretti e indiretti. Nel 2020, sempre secondo il Cdc, il 3% dei piccoli hanno avuto l’infezione. Oggi siamo al 25% perché circola la variante Delta, molto più contagiosa. Su migliaia di ricoveri pediatrici in ospedale, un terzo hanno riguardato bimbi sani, che in parte hanno avuto bisogno di cure in terapia intensiva».