Vaccino ai bambini, scende in campo Jill Biden. In Italia Crisanti avverte: «Serve molta prudenza»
Dopo il via libera della Fda al vaccino Pfizer anche per i bambini dai 5 agli 11 anni, negli Usa per sostenere la campagna scende in campo la first lady Jill Biden, che si recherà nella Franklin Sherman Elementary School a McLean, in Virginia, dove per la prima volta nel 1954 fu somministrato il vaccino contro la poliomielite. Il tema, di strettissima attualità anche da questa parte di mondo, però, continua a essere controverso ed è di oggi l’avvertimento del virologo Andrea Crisanti sul fatto che, parlando del vaccino ai bambini, «è meglio usare un eccesso di prudenza» piuttosto che partire subito a testa bassa.
La campagna Usa per il vaccino anti Covid ai bambini
Jill Biden, insegnante di formazione, era già scesa in campo per promuovere la vaccinazione negli adolescenti americani a fianco del virologo Antony Fauci. Ora il nuovo intervento per promuovere il vaccino tra i bambini, dopo il via libera dei giorni scorsi della Food and Drug Administration e, martedì, dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitensi, definito dal presidente Joe Biden come «un gigantesco passo in avanti» nella lotta alla pandemia. Secondo quanto stabilito dalle autorità Usa, il vaccino sarà somministrato ai bambini in due dosi, a distanza di 3 settimane, in una posologia inferiore (10 microgrammi) rispetto a quella utilizzata per individui dai 12 anni in su (30 microgrammi).
Le cautele della comunità scientifica italiana
In Italia, invece, la prospettiva di vaccinare in massa i bambini tra i 5 e gli 11 anni, suscita minore entusiasmo. A fronte di varie voci che l’aspettano con una certa impazienza, infatti, altrettante avvertono sull’opportunità di non correre troppo. Fra queste, tra le quali la più risoluta è stata finora forse quella del direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, anche quella dell’ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, Andrea Crisanti, da sempre in prima linea invece nel sostenere la campagna vaccinale per la popolazione di età superiore. Per il virologo, rispetto ai bambini così piccoli è «meglio usare un eccesso di prudenza, anche – ha chiarito – per non dare nuove argomenti ai no vax». «Aspettiamo nuovi dati più estesi, una volta che li avremo potremo procedere alla vaccinazione anche dei più piccoli in sicurezza», ha detto intervenendo ad Agorà su Rai3.
Crisanti: «Per il vaccino anti Covid ai bambini servono più dati»
Crisanti, quindi, ha chiarito che i dati sull’immunizzazione dei bambini contro il Covid «necessitano di essere completati». «Finora i bambini sotto i 12 anni non hanno mostrato nessun effetto collaterale», ha spiegato, facendo l’esempio del vaccino contro il morbillo. «Il morbillo in un caso su mille crea problemi molto gravi ai piccoli. Se si vaccinano 10mila bambini e non si vedono effetti collaterali, possiamo dire che il beneficio è immediato. Il problema con la vaccinazione anti-Covid – ha sottolineato – è legato al fatto che i bambini non si ammalano o sono asintomatici. C’è bisogno, quindi, di un maggior numero di casi per poter arrivare alla valutazione del costo-beneficio». «Non c’è nessuna polemica», ha assicurato Crisanti. «Appena avremo i dati, e appena l’Ema e le altre autorità ci daranno conforto su questi dati, vedremo», ha concluso.