Virginia Raggi torna a fare l’avvocato ma avverte: sento quasi tutti i giorni Grillo e Di Battista
Virginia Raggi sa che, dopo la batosta romana, ha bisogno di tempo prima di rimettersi in pista. Ha bisogno di tenersi un po’ ai margini, osservando la scena quasi in silenzio. Adotta insomma uno stile discreto, ma questo non vuol dire certo che si mette da parte. Anzi. Soprattutto si sente in dovere di annunciare che per ora si tiene lontana dalla politica attiva. Così, in un’intervista al Corriere, usa toni concilianti con Giuseppe Conte: “Vogliono dipingermi in contrasto con Conte, vi assicuro che non è così”.
Poi racconta che sta tornando a fare l’avvocata, “pur continuando le mie battaglie dai banchi dell’opposizione”. Su Conte, tuttavia, una critica velata si intravede sulla questione Rai. «Anche io in passato, a volte, ho reagito d’istinto e, per esperienza, so che il tempo è una variabile importante. Giuseppe ha già ripreso la questione in mano. Faccio gli auguri di buon lavoro ai nuovi direttori e alle migliaia di professionisti presenti in Rai». Un invito al nuovo leader, dunque, a fare marcia indietro dopo avere agito in base alle emozioni.
E sulle donne del Movimento Raggi è pronta a sfoderare gli artigli: “Quanto alle donne del M5S sono tante e valide. Penso a Chiara Appendino, Lucia Azzolina, Laura Castelli, Paola Taverna, Alessandra Todde, Maria Edera Spadoni, Fabiana Dadone. Poi, anche se può apparire scomodo, voglio citare anche l’ex ministra Barbara Lezzi. Dobbiamo fare squadra”. Impossibile non notare la mancata citazione di Roberta Lombardi, la nemica storica di Virginia.
I segnali politici, nell’intervista, non mancano di certo. Di Battista? Va ascoltato. Grillo? Lo sente tutti i giorni, anche se il fondatore sta zitto e non parla. Ma con la Raggi parla. Si tratta di un messaggio indiretto a Conte. Quanto pesa, le chiede Emanuele Buzzi, il silenzio di Grillo? E lei: «In realtà lo sento quasi tutti i giorni (e ride al telefono, ndr ). Le parole pesano di più quando sono dette a ragion veduta».
Quanto a Di Battista: «Sento spesso Ale. Le sue idee sono sempre ambiziose e va ascoltato. Con lui ho un rapporto diretto e trasparente che va anche oltre la politica. Cosa vorrà fare lo dirà lui». E qui, il peso della risposta sta tutto in quel diminutivo amichevole, “Ale”, che suona come una minaccia.