Zaia: «Il virus sopravivverà a se stesso come spaccatura sociale». E invoca la pacificazione

15 Nov 2021 9:20 - di Giorgia Castelli
Zaia

«Se vai a manifestare contro il green pass senza mascherina, evidentemente il problema è più grave: significa negare il virus». Lo dice Luca Zaia al Corriere della Sera, in un’intervista nella quale non nasconde di essere «molto preoccupato: la pandemia non è superata. Questo virus è stato un big bang della storia. Sanitario, vista l’immane tragedia, e anche economico. Ma rischia di esserlo, più a lungo, di natura sociale. Si è diffusa che l’idea che del virus non si muore o addirittura che il virus non esista. Di certo, il virus sopravviverà a se stesso proprio come spaccatura sociale».

Zaia boccia il modello austriaco

Un modello austriaco e un lockdown per i non vaccinati, secondo il governatore del Veneto, «da noi sarebbe di difficile applicazione dal punto di vista costituzionale. E a me piacerebbe pensare a noi stessi come a una comunità, non riempirci di divieti. Come al solito, fa più rumore la pianta che cade che la foresta che cresce. In Veneto, quasi l’85% delle persone è vaccinato. Ma sono molto più rumorosi alcuni di quel 15% che non lo è. In un paese civile e, sottolineo, democratico – aggiunge – deve essere diritto di tutti il manifestare. Ma le manifestazioni non possono trasformarsi in un problema serio per la popolazione. Peggio ancora se la piazza porta ad aggressioni verbali e magari anche fisiche, vedasi Roma e Trieste».

Zaia invoca la pacificazione

Per Zaia, da tutto questo se ne esce «con la pacificazione, ricordo che la nostra forza è l’essere comunità. Rispetto fino in fondo chi ha paura di vaccinarsi. Ma non posso giustificare i diffusori di fake news e gli agitatori. Un impianto costruito su notizie false e messaggi aggressivi non è accettabile. È un gioco pericoloso – dice ancora – quello dei manifestanti negazionisti: vedo che chi parla alla gente, magari esponenti della comunità scientifica, riduce il Covid a un’infezione che si cura a casa. È così, nel 95% dei casi. Ma il 5%, dell’ospedale ha bisogno eccome. In Veneto abbiamo avuto 470mila contagiati dal febbraio 2020. Di questi, solo 23mila hanno avuto bisogno del ricovero. Ma i professionisti di queste manifestazioni leggono il dato in modo liquidatorio».

«Rispettare le regole non è dittatura ma rispettare il prossimo»

«Di fronte a oltre 5 milioni di morti nel mondo – aggiunge Zaia – non può passare l’idea che tutto era evitabile o, peggio ancora, che tutto sia stato una montatura. In caso di assembramento bisognerebbe, uso il condizionale, cercare di mettersi in sicurezza. Capisco quando si beve o si mangia… Ma una platea intera? Suvvia Il rischio è che si diffonda l’infezione: all’aperto sarà forse più difficile, ma in una manifestazione si crea l’aerosol. Con la mascherina avresti modo di dimostrare che rispetti le regole, darebbe più valore alla manifestazione. Osservare le regole non è accettare la dittatura ma rispettare il prossimo».

«Pandemia dei non vaccinati»

Riguardo a eventuali nuove proteste riguardo la terza dose, Zaia afferma che «in Veneto l’80% dei pazienti in terapia intensiva sono non vaccinati. I numeri ci confermano che siamo di fronte a un’ondata classificabile, in una certa misura, come pandemia dei non vaccinati. Un dato che parla da solo ma se non si vuole prenderne atto… La terza dose è il booster necessario per il percorso vaccinale. Ma il pensare che si rinnovino le occasioni di diffusione del virus per la volontà di tirare la corda – conclude – Beh, è deprimente».

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