Al giudice molestatore solo una pena “simbolica”: perderà due mesi di anzianità. Due pesi e due misure
Tipico caso di doppiopesismo. Il procuratore di Firenze Francesco Creazzo molestò la pm Alessia Sinatra. La punizione? Risibile. Il processo disciplinare appena conclusosi presso il Consiglio superiore della magistratura ha ritenuto credibile il racconto della pm, ora in servizio all’Antimafia di Palermo. Eppure la pena si configura con la condanna alla perdita di due mesi di anzianità. E viene assolto dalla seconda accusa, quella di aver violato con questo comportamento i «doveri di correttezza propri di un magistrato»La violenza sarebbe accaduta a dicembre del 2015 in un grande albergo romano dove alloggiavano i due magistrati dopo aver partecipato ad un convegno organizzato da Luca Palamara. Ed è dalle intercettazioni di quest’ultimo che sono emersi i particolari della vicenda.
Il caso del giudice molestatore uscì dalle chat di Palamara
Due pesi e due misure. C’è palpata e palpata, evidentemente. Dall’accusa di violenza sessuale al molestatore di Firenze della giornalista palpeggiata, al “buffetto” sulla guancia a Creazzo. L’accostamento nasce spontaneo quando non si riesce a far coincidere il rigore giudiziario con il buon senso. La Sinatra con denunciò subito la molestia, ma si confidò con Palamara, a cui era molto legata per vicende di associazionismo giudiziario, ricostruisce Libero. I due si scambarono sms ritrovati nella memoria del cellulare di Palamara. La procura di Perugia, come sappiamo, sequestrò il cellulare di Palamara nell’ambito dell’inchiesta che lo riguarda. Ecco che dunque gli inquirenti umbri si sono imbattuti anche nei suoi messaggi con la pm Sinatra. «Giurami che il porco cade subito», scrive la magistrata a Palamara il 23 maggio 2019. Erano i giorni in cui la Commissione per gli incarichi direttivi del Csm stava votando il successore di Giuseppe Pignatone al vertice della Procura di Roma. Quattro i voti a favore del procuratore generale di Firenze Marcello Viola, un voto ciascuno per Creazzo e per Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo e capo della magistrata.
Giudice molestatore, la pm Sinatra si sfogò con Palamara: “Porco mille volte”
I messaggi tra Sinatra e Palamara si sono infittiti. Leggiamo: «Non mi dire che Creazzo ci crede?», prosegue Sinatra: «Sono pronta a tutto e lo sai». «Io insieme a te. Sempre…», risponde rassicurante Palamara. «Ma conte il porco ha parlato?», prosegue Sinatra. E Palamara: «Assolutamente no». «Porco mille volte», la secca replica della donna. «Sono inorridita. Sento kazzate su valori e principi fondanti ed elevatissimi. E su queste basi il gruppo per il quale io mi sono spesa stando nell’angolo, farà di tutto per mettere sulla poltrona di Roma un essere immondo e schifoso». La pm siciliana era arrabbiatissima. «Non solo io non ho mai avuto e non avrò niente ma devo assistere a questa vergogna».
Per cui, la Sinatra, una volta chiamata a rispondere sul significato di tali frasi, raccontò della sua molestia subita da Creazzo.”.
Perché non denuciò subito la molestia
La pm disse di non avere subito denunciato perché il fatto rientrava in «un dolore privato» e che aveva voluto preservare «l’Istituzione». Creazzo ha commentato la sentenza con un rituale : “Farò ricorso. Si tratta di una sentenza ingiusta. Sono innocente”. Il procuratore di Firenze ha annunciato il ricorso in Cassazione. Una pena tutto sommato molto lieve se rapportata al caso di cronaca che immediatamente viene alla mente. E adesso chi glielo dice al tifoso fiorentino che per la palpata in diretta a una giornalista è finito giustamente sotto pubblico ludibrio e incriminato per violenza carnale? “Come gli spiegheranno che il capo della Procura che indaga contro di lui ha anch’ egli toccato senza preavviso e senza consenso il sedere di una donna; e che per questo il Consiglio superiore della magistratura lo ha punito con un buffetto quasi ridicolo”, commenta il Giornale oggi in edicola.
“Io violentata un’altra volta”
Anche Alessia Sinatra è sotto procedimento disciplinare: il prossimo 14 gennaio è attesa dalla sentenza del Csm. “Colpevole” di essersi sfogata con Luca Palamara, allora leader della sua corrente, Unicost; e avere definito Creazzo «essere immondo e schifoso». Per lei fu un affronto, disse di sentirsi «violentata un’altra volta».