Assalto al Congresso Usa, altolà alla Commissione d’indagine: vuole violare le fonti di una reporter
Altolà alla Commissione d’inchiesta sull’assalto al Congresso Usa del 6 gennaio perché starebbe cercando di violare la riservatezza sulle fonti di una reporter.
La fotografa freelance Amy Harris, le cui foto dell’assalto al Congresso sono state pubblicate da diverse testate americane, ha fatto causa alla Commissione d’inchiesta istituita sui fatti del 6 gennaio, per impedire la consegna dei suoi dati telefonici.
Secondo la Harris il mandato inviato dagli inquirenti del Congresso al suo operatore telefonico, Verizon Wireless, “viola le protezioni fondamentali garantite ai giornalisti dal primo emendamento“.
La Commissione ha chiesto alla compagnia telefonica di consegnare la lista delle chiamate e i messaggi inviati e ricevuti da Harris nei tre mesi precedenti al 31 gennaio scorso.
Nel suo ricorso, Harris spiega che in quel periodo era in regolare contatto con i leader dei Proud Boys, il gruppo che avrebbe avuto un ruolo centrale nell’assalto al Congresso, nello “svolgimento della sua attività giornalistica“.
“Stava documentando l’attività di Enrique Tarrio e dei Proud Boys – si legge ancora con un riferimento al leader del gruppo arrestato qualche giorno prima del 6 gennaio – ed ha usato il suo telefono per comunicare con fonti confidenziali a sostegno del suo lavoro“.
Inoltre, la fotografa spiega di aver perso il suo telefono durante il caos che si era venuto a creare nel corso dell’assalto al Congresso e di averlo poi recuperato perché un membro dei Proud Boys l’aveva lasciato alla portineria di un albergo.