Calderoli scommette su Berlusconi: per salire al Colle gli bastano 430 voti, il resto arriverà così…
Roberto Calderoli, parlamentare leghista di consumata esperienza, fa al Corriere le sue previsioni sugli scrutini dai quali uscirà a fine gennaio il nuovo Capo dello Stato. E poiché ha partecipato all’elezione di cinque presidenti della Repubblica (Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano uno e due e Sergio Mattarella) c’è da scommettere sulle sue profezie. Dopo la sortita di Umberto Bossi, per il quale a spuntarla alla fine sarà Pierferdinando Casini, il suo vaticinio è quello più accreditato. E Calderoli scommette invece su Silvio Berlusconi.
Intanto, Calderoli fa un commento un po’ amaro sui nomi che circolano con maggiore insistenza: «Senta, le dico la verità: si continua a parlare di Mattarella bis e di Draghi ma, con il massimo rispetto che tutti dobbiamo alle loro figure, è mai possibile che un Paese come il nostro non sappia trovare un’altra candidatura altrettanto degna? Se la risposta è negativa, tante vale che arrivi il commissariamento».
Inevitabile la previsione su Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha davvero delle chance? Per Calderoli, numeri alla mano, non ci sono dubbi. E anche se non ci fossero sulla carta tutti i 450 voti di cui il centrodestra dispone, Calderoli è convinto che “ne bastano 430. Il resto arriva, dia retta a me…“.
E la fonte di quei voti è subito spiegata: «Sono i non ricandidabili (quelli che non hanno chance per il taglio dei parlamentari e per il calo del consenso del proprio partito, penso in particolare a M5S e Pd) quelli che più possono venire in soccorso». In cambio di cosa? «Della garanzia che non si vada ad elezioni o di un futuro sereno…». Voti che arriverebbero solo con la garanzia, insomma, che la legislatura arrivi fino in fondo.