Calenda la vuole buttare in rissa: “Meloni insultante: forse Mattarella non è un patriota?”
Carlo Calenda inizia la settimana buttandola in rissa contro Giorgia Meloni. E, ospite di Agorà su Rai 3, alza il ditino contro le dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia, che dal palco di Atreju ha invocato un presidente della repubblica “patriota”, garante del bene dell’Italia. “Che vuol dire un presidente patriota? – sentenzia Calenda- . Mattarella non è un patriota? E Pertini, come ha detto Letta? Fino a ora i presidenti che sono stati, traditori della patria? Se uno dice Berlusconi è meglio, può dirlo. Ma se dice serve un presidente patriota è insultate verso il presidente della Repubblica in carica”. Questo è il Calenda- pensiero, che sulle definizioni – patriota, traditori, presidenti divisivi – fa molta confusione per gettare fumo negli occhi. Sarà, ma dopo il successo politico della kermess di FdI di Atreju hanno tutti un po’ di nervi a fior di pelle e cercano pretesti.
Quirinale, presidente “patriota”: Calenda cerca pretesti per attaccare la Meloni
“Non sono favorevole” a Berlusconi presidente della Repubblica, prosegue Calenda. “Berlusconi sta lottando come un leone, è apprezzabile. Ma è legato a una stagione molto divisiva della Repubblica, noi dobbiamo eleggere un presidente in grado di parlare a tutti. Questo vale anche per una figura molto estrema dell’altra parte”. Andrebbe bene la Casellati? “Certo -ha risposto il leader di Azione-. Purchè siano persone europeiste, che si riconoscono nelle democrazie liberali. Berlusconi ha queste caratteristiche, però è anche vero che è stato per 30 anni ‘front man’ di uno scontro; di una guerra civile a bassa intensità che ha portato il Paese al declino, non per responsabilità sua. E’ difficile che possa rappresentare tutto il Paese”. Insomma, Calenda fa il suo identikit basico del futuro Capo dello Stato. Sarà un ritornello ripetitivo, ma anche lui dovrebbe fare pace col temine “divisivo”. Vada indietro nel tempo, con onestà intellettuale.
Quali sono stati i presidenti “divisivi”
Lo hanno spiegato fior di analisti ed editorialisti, molti non certo tifosi, mettendo in chiaro che altri presidenti sono stati ben più divisivi del leader di Forza Italia. Anche Calenda si allinea al coro di chi ignora, ad esempio, che Napolitano era un comunista vecchio stampo. All’epoca favorevole all’invasione dell’Ungheria da parte dei carri armati sovietici. Durante i suoi mandati ha influito nettamente a favore di una parte politica, delegittimandone un’altra. Dunque, è stato un presidente divisivo. Scalfaro fece lo stesso, operando a favore della sinistra. “Manovrò per togliere il Cavaliere da Palazzo Chigi con l’aiuto di Bossi e D’Alema”, scrive oggi Vittorio Feltri. Calenda ha memoria corta, quando dichiara che l’elezione di Berlusconi “non sarebbe una pacificazione: la metà del Paese non si riconoscerebbe in questa figura”. E’ già successo, argomento spuntato.
Calenda rilegga il discorso della Meloni
Insomma, il mito di un presidente super partes alligna solo a sinistra, ma quando ad essere presidente è uno di loro. Per cui non è divisivo chi divisivo lo è stato. E’ divisivo chi a loro non piace. Dunque vale l’equazione: Berlusconi è divisivo, come per la sinistra sarebbe divisivo qualsiasi presidente di centrodestra. Non è buttandola in caciara che si ragiona. E ritornando a Giorgia Meloni, Calenda si rilegga i passaggi più importanti del discorso di chiusura lavori ad Atreju per capire coaìsa significa Capo di Stato patriota. Che non è certo un insulto a Mattarella. Desiderare un garante attento agli interessi dell’Italia è legittimo. Finora molte figure nel Pd hanno di fatto “svenduto” l’Italia, è stato il senso delle parole della leader di FdI: “Hanno favorito la svendita ai francesi. Hanno svenduto le telecomunicazioni. La Fiat. La Borsa. Molte aziende sono finite in mano francese”. Ecco, se a Calenda piace così, sogni il presidente che vuole. A destra i patrioti sognano altro. E’ ancora legittimo farlo?
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