Cannella ad Atreju, dai ragazzi del ciclostile al Fuan: ecco com’è cambiato militare a destra

7 Dic 2021 21:44 - di Lara Rastellino
Atreju

Dalla militanza studentesca all’elezione a vice sindaco di Palermo, passando per «il giornalismo e per lo staff della comunicazione del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. Difficile tradurre in nomine e ruoli – ed elencarli tutti – l’impegno e la militanza sul campo di Giampero Cannella, giornalista e scrittore, dirigente palermitano del Fuan-Destra Universitaria, che nel 2000 diventa presidente nazionale di Azione Universitaria. Più facile dire e raccontare come il passaggio di testimone tra i giovani attivisti raccontati da Adalberto Baldoni nel libro presentato oggi sul palco della kermesse di Fdi (I ragazzi del ciclostile. Giovane Italia, un movimento studentesco contro il sistema) e il politico siciliano, giornalista e scrittore. Un avvicendamento ideale che avviene simbolicamente quasi in maniera plastica: sul palco di Atreju. Dove sia Baldoni che Cannella sono stati protagonisti del dibattito di oggi, intestato alla militanza dei giovani di destra di ieri e di oggi.

Giampiero Cannella ad Atreju

E allora, di come siano cambiati approccio e modalità dell’impegno politico militante a destra abbiamo parlato direttamente con Giampiero Cannella, partendo dalla sua esperienza. Un percorso, ci dice, «bello quanto travagliato. Ho vissuto la fase che ha caratterizzato il passaggio dal Msi ad An, quindi dal Fronte della Gioventù e del Fuan ad Azione Universitaria e Azione Giovani. Quello è stato un momento particolare, che ha richiesto alla classe dirigente di riferimento un grande senso di responsabilità e anche una forte consapevolezza dell’importanza del passaggio. Per poterlo trasmettere a ragazzi che, anche solo per temperamento giovanile, sono in genere molto più inclini all’approccio “passionale” piuttosto che propensi a ragionamenti complessi di calcolo politico».

Dai ragazzi del ciclostile al Fuan e oltre

Per questo, spiega sempre Cannella, riuscire a metabolizzare il passaggio. Lasciarsi alle spalle quanto vissuto fino a quel momento. E andare avanti su nuove basi e nuovo slancio, ha richiesto un tempo di rodaggio che ha significato il ricorso a grande impegno e una certa capacità di lungimiranza. Per fortuna ci siamo riusciti e anche con risultati molto soddisfacenti. Sia la classe dirigente di Alleanza Nazionale, come quella rappresentata dal Pdl. E fino all’attuale compagine di Fratelli d’Italia, che proprio di quell’esperienza giovanile rappresenta il frutto più maturo». Un percorso articolato, quello che racconta Cannella, che per sua stessa ammissione però non ha dovuto sormontare gli ostacoli che hanno disseminato il cammino della generazione precedente alla sua.

«Prima l’agibilità politica era limitata dalla forte contrapposizione tra destra e sinistra»

E infatti Cannella sottolinea: «Nella fase che ha preceduto la mia militanza, quella dei ragazzi del ciclostile per dare un senso di continuità al dibattito di Atreju di oggi, era una fase in cui l’agibilità politica era limitata dalla forte contrapposizione tra destra e sinistra. Quindi, ovviamente, c’era una militanza che era sì culturale e intellettuale di sperimentazione, ma necessariamente anche muscolare. Che portava a sacrificare spesso percorsi politici che avrebbero potuto avere ben altro destino. Però era un limite che si metteva in conto. Io stesso, entrato nel Fronte della Gioventù negli Anni Ottanta – certo in un periodo in cui la tensione andava scemando – ma di certo non pensavo che sarei diventato deputato o vice sindaco. Insomma, l’impegno non era mai dettato dal calcolo. Militavi e partecipavi attivamente perché credevi in un’idea. E volevi testimoniare, dando il tuo contributo, la bontà di quella idea».

Cannella ad Atreju: «Bisognava aspettare Giorgia Meloni»

Poi certo, complessivamente, disorganici erano i “ragazzi del ciclostile”. E in qualche modo disorganici siamo stati anche noi. Se penso alla mia esperienza personale – rimarca Cannella – ricordo che da presidente di Azione Universitaria mi feci portabandiera del concetto di Rivoluzione Blu, di pensiero conservatore europeo. Scrissi anche un libro su questo (Rivoluzione Blu, per l’appunto). E allora non è che la proposta fu accolta proprio con entusiasmo. In realtà oggi quella voce, che era una voce, non dico solitaria, ma comunque minoritaria, è diventato uno degli elementi caratterizzanti di Fratelli d’Italia». Allora Giampiero, dovevate aspettare Giorgia Meloni. «Esatto: bisognava aspettare Giorgia Meloni».

 

 

 

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