Caro bollette: i conti della stangata da 11 miliardi. Dai 1523 euro del 2021 ai 1950 a famiglia nel 2022

23 Dic 2021 15:02 - di Redazione
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La vivacità dei consumi che sta caratterizzando il periodo natalizio rischia di subire un brusco e pesante stop. Infatti, il caro-bollette derivante dalla crisi dei mercati dell’elettricità e del gas e la corsa dell’inflazione che, in considerazione degli aumenti attesi già per gennaio, rischia di superare nella parte iniziale del prossimo anno il 4%, potrebbero presentare nel 2022 un conto salatissimo per le famiglie e le imprese del terziario.

Quanto costerà il caro bollette a famiglie e imprese

Una maggiore spesa energetica di oltre 11 miliardi per le famiglie e aumenti di elettricità e gas intorno al 40% per le imprese. A calcolarlo è un’analisi di Confcommercio sugli effetti della ripresa inflazionistica e del caro-bollette sulle famiglie e sulle imprese del terziario.

Le tensioni sui beni energetici, iniziate nella parte finale del 2020 e in un primo tempo considerate transitorie in quanto attribuite alla ripresa della domanda, si sono fatte, negli ultimi mesi, sempre più intense. Con un impatto rilevante sia sui conti delle famiglie sia delle imprese. Il fenomeno, avverte Confcommercio, rischia di attenuare in modo rilevante la crescita per il 2022. Il prossimo anno, infatti, l’impatto sia sulla spesa delle famiglie sia su quella delle imprese sarà ancora più consistente di quello già subito nel 2021.

Per ogni famiglia l’anno prossimo la spesa energetica salirà di +426 euro

Se nel 2020 le famiglie italiane hanno speso in media 1.320 euro per le spese per energia elettrica e gas (pari al 4,7% della spesa totale annuale) l’esborso è salito a 1.523 euro nel 2021 con un aumento di oltre 200 euro. Ancora più difficile appare la situazione in prospettiva: nel 2022 questa cifra dovrebbe salire a quasi 1.950 euro (+426 euro rispetto al 2021) arrivando a rappresentare il 6,1% dei consumi.

Questo esborso aggiuntivo, in aggregato, cioè per il complesso dei quasi 26 milioni di nuclei familiari, si tradurrebbe in una maggiore spesa energetica, determinata dalla sola componente di prezzo, di oltre 11 miliardi di euro nel 2022. Considerando questa spesa come difficilmente comprimibile da parte delle famiglie, è presumibile che le stesse siano costrette a rinunciare ad altre spese tra quelle non obbligate, prolungando le difficoltà di settori già duramente colpiti dalla pandemia.

Sono insufficienti gli stanziamenti previsti dal governo

Inoltre, il raffronto tra la maggiore spesa aggregata e gli stanziamenti previsti dal governo per attenuarne gli impatti – tra 3 e 4 miliardi di euro nel complesso di famiglie e piccole imprese – evidenzia la relativa esiguità del pure importante intervento di sostegno. Sembra inevitabile sia un ripensamento delle politiche energetiche sia una diversa strategia di prezzo per i relativi consumi.

Un grido d’allarme, quello di Confcommercio, che Fratelli d’Italia raccoglie e fa suo. “Siamo di fronte – sottolinea Giorgia Meloni – a una vera e propria emergenza nazionale che il ‘governo dei migliori’ guidato da Draghi non ha affrontato e sulla quale non ha proposto nessuna strategia di medio e lungo periodo. Senza perdere altro tempo si adottino misure strutturali per intervenire sulla questione energetica ed evitare il collasso di imprese e famiglie”.

 

 

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