Covid, la stretta sui viaggi fa litigare Draghi e Ue. Il premier: «Con “omicron” c’è poco da riflettere»
La variante Omicron semina zizzania tra Roma e Bruxelles. Alla Commissione Ue, infatti, non è piaciuta l’ordinanza con cui il governo Draghi ha deciso di imporre il tampone anche proviene dai Paesi dell’Unione. La considera una fuga in avanti. Fino al punto da incaricare un portavoce a precisare che «nessuna notifica è arrivata dall’Italia». Il Regolamento prevede invece l’obbligo di informare Bruxelles su eventuali restrizioni della mobilità all’interno dell’Unione. In più, devono essere «proporzionali» e «giustificate». Ragion per cui, ha concluso il portavoce della Commissione, le restrizioni decise dall’Italia devono restare in vigore «per un breve periodo».
Draghi ha riferito alla Camera
Draghi, però, non sembra curarsene più di tanto, e riferendo al Senato, in un’aula non particolarmente affollata, ha opposto il proprio punto di vista. «Da noi – ha ricordato – i contagi con Omicron sono meno dello 0,2 per cento. In altri Paesi la variante è molto diffusa, per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito: il tampone. Non credo – ha proseguito il premier – ci sia molto da riflettere su questo». Come a dire che l’Italia vuole quanto più possibile ritardare l’emergenza annunciata dalla nuova variante.
La decisione italiana al summit di domani a Bruxelles
Non proprio un buon viatico in vista del Consiglio Ue in programma domani e dopodomani a Bruxelles. Prova ne sia una dichiarazione attribuita ad un alto funzionario dell’Ue, secondo cui la decisione del nostro governo avrà un impatto sul dibattito al summit dei leader di domani. Ma sull’obiettivo di giocare in anticipo tutte le carte contro Omicron, Draghi non sembra disposto a fare sconti. «Serve ancora cautela», ha infatti aggiunto pur evidenziando che «ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri». E qui ha il presidente del Consiglio ha calato il nuovo appello a vaccinarsi. «Non saremo davvero protetti – ha concluso – finché i vaccini non avranno raggiunto tutti».