Dalla standing ovation alle critiche su manovra e vaccini: Draghi scaricato da Confindustria

28 Dic 2021 8:03 - di Lucio Meo

Sembra passato un secolo da quando, quel 23 settembre di quest’anno, il premier Draghi salutava con postura papale la platea di Confindustria (come da foto) in piedi per una standing ovation in favore del presidente più amato dagli industriali (video). Quel giorno, il presidente Bonomi salutava Draghi come “l’uomo della necessità” e lo invitava a restare a Palazzo Chigi “il più a lungo possibile”. Oggi, a tre mesi di distanza e con il premier a un passo dal Quirinale, Confindustria parla di delusione, di aspettative tradite, di obiettivi mancati.

Draghi scaricato da Confindustria come un vecchio arnese…

La manovra è “un’occasione persa. Legge di bilancio e decreto fiscale non vanno nella giusta direzione. Manca qualcosa. La battaglia dei partiti impegnati ciascuno a mettere le proprie bandierine ha impedito un energico taglio contributivo del cuneo fiscale, mentre è venuto meno il patent box, i crediti destinati alla ricerca, una maggiore spinta alla sburocratizzazione ed è stata depotenziata Industria 4.0”, è la sintesi di una durissima intervista di Carlo Bonomi al ‘Messaggero’.
Parole durissime, che fanno male.
Secondo il numero uno degli industriali, “è stata smarrita la stella polare della crescita. Solo puntando sullo sviluppo potremo ripagare il debito che si è già creato e che contrarremo con il Pnrr. Nel 2024, voglio sottolinearlo, la crescita stimata è all’1,5%. Insomma, credo sia il momento, e lo ripeto da mesi, di puntare a un deciso sostegno agli investimenti privati. Solo con la crescita si potrà ripagare il debito. Non si può fare debito all’infinito – spiega – e prima o poi bisognerà farci i conti. Lo spread sta tornando a crescere, nonostante il presidente Draghi. I partiti devono riflettere su questo invece che litigare. Anche perché l’anno prossimo si tornerà a discutere del Patto di Stabilità e delle nuove regole sugli aiuti di Stato e gli acquisti della Bce inizieranno a calare”, ricorda Bonomi, accusando anche la maggioranza che sostiene il premier.

Critiche pesanti anche sulla strategia dei vaccini

Ma non c’è solo l’aspetto economico a preoccupare gli industriali, oltre a quello energetico. “Credo che il governo sia ancora in tempo per varare l’obbligo vaccinale. Ne abbiamo perso tanto. Troppo. Si rischia di frenare la ripresa, di lasciare spazio alla pandemia. Capisco che è difficile per qualsiasi democrazia spiegare la necessità dell’obbligo vaccinale, ma penso si debba fare. Ora o mai più, ripeto”, dice il presidente di Confindustria.

“Gli italiani – ricorda – hanno dato prova di grande responsabilità. Bisogna darsi degli obiettivi, è importante comprendere che è una battaglia di medio/lungo periodo ed evitare che i no vax vanifichino i sacrifici fatti fin qui. Stiamo pagando, penso ai numeri in crescita di questi giorni sui contagi e alle quarantene, i ritardi del passato. Non dobbiamo mettere il Paese in pericolo, non possiamo farlo. Ora è il momento di costruire l’Italia del futuro, nell’interesse di tutti, senza alcuna bandierina di sorta”, dice ancora Bonomi.

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