I presidi: «Diecimila classi in Dad. Asl in tilt sul tracciamento dei contagi. Il governo intervenga»
La didattica a distanza ritorna. Come un incubo. I numeri della classi costrette ad abbandonare la presenza in aula per la crescita dei contagi parlano chiaro. “In questo momento ci sono circa 10mila classi in dad in tutta Italia”, lo annuncia Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.
I presidi lanciano l’allarme: 10mila classi in Dad
“Il totale delle classi nel nostro Paese è 400mila, quindi 10mila è sicuramente un numero consistente. Ma rispetto al totale non c’è paragone e comunque non c’è paragone rispetto ad un anno fa. Certamente la pandemia è in risalita. Devono essere le misure approvate dal governo a porre un freno a questa risalita. Perché nessuno si vuole ritrovare in una situazione comparabile a quella dell’anno scorso”.
Tracciamento, la lentezza dipende dalle asl
Ospite di Cusano Italia tv, Giannelli affronta il nodo del tracciamento. E il corto circuito dovuto alla mancata applicazione del protocollo. “Le asl si sono trovate in grande difficoltà nell’applicare il protocollo del 3 novembre. Che si basava su due prestazioni che dovevano essere compiute con grande celerità. Il testing e il tracciamento dei contatti”. Insomma la responsabilità della lentezza dei tracciamenti non è certo dei presidi. ” Il preside può mettere la classe in Dad”, dice Giannelli. Ma a stabilire se ci deve essere una quarantena deve essere la Asl.
Giannelli: il governo intervenga sui ritardi
“Per fare tutto questo serve una grande celerità. Se il tampone che si dovrebbe fare fin dal primo giorno, lo si fa il terzo o il quarto è ovvio che il preside metta tutti in dad e tutti in dad rimangono.” Venendo meno il presupposto della celerità, a causa delle carenze di personale e organizzative delle asl, si è scatenato tutto quel putiferio che abbiamo visto la settimana scorsa. “Per fortuna si è risolto in meno di 24 ore”, conclude il rappresentante dei presidi riferendosi alla circolare del ministero poi smentita e ritirata da Draghi. “Ho invitato il generale Figliuolo a intervenire, con i mezzi di cui dispone, per supportare le asl perché ce n’è bisogno“.