L’arresto di Massimo Ferrero è diventato un orrendo show: diffuse anche le foto segnaletiche
L’arresto del presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero come uno show mediatico, dove la presunzione d’innocenza e il garantismo vanno a farsi benedire. Una situazione mediatica aberrante dove sono saltate tutte le regole. Intercettazioni private pubblicate senza reticenza, addirittura le foto segnaletiche, che ormai non vengono pubblicate neanche per l’arresto di latitanti internazionali o autori di crimini afferati.
Come scrive Piero Sansonetti sul Riformista, Massimo Ferrero – detto er Viperetta – ha più di 70 anni. È accusato di avere commesso alcuni reati finanziari circa 10 anni fa. “La giustizia con l’arresto di Massimo Ferrero non c’entra un fico secco: er Viperetta in carcere solo per show”.
“Non so nulla della vicenda giudiziaria che riguarda Massimo Ferrero ma chiedo: perché le foto segnaletiche dell’arresto sono in rete? Perché dolorose intercettazioni coi familiari sono sui giornali? Perché questa barbarie della pena prima del processo in Italia non ha mai fine?”. Lo domanda su Twitter Luciano Nobili, deputato di Italia Viva.
Davanti al giudice delle indagini preliminari di Paola, Rosamaria Mesiti, l’ex presidente della Sampdoria, in carcere a San Vittore da lunedì con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali, non risponderà all’interrogatorio di garanzia. «Non abbiamo potuto vedere il fascicolo» dice l’avvocatessa Pina Tenga, che difende Ferrero.
Ferrero dopo l’arresto non parlerà coi pm. I legali aspettano le carte
«Stiamo ancora aspettando le copie del fascicolo, non so quando ci arriveranno, non so se oggi. Se anche le ricevessi, non potrei certo leggerle in un quarto d’ora. Dunque vedremo oggi formalmente alle 13.30, ora in cui è fissato l’interrogatorio di garanzia, ma direi che posso confermare che il presidente Ferrero si avvarrà della facoltà di non rispondere». Così all’AdnKronos l’avvocato Luca Ponti, uno dei legali del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, arrestato per bancarotta nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola (Cs) e recluso a San Vittore.
“Ieri ho visto il presidente – aggiunge il legale -, conviene con me che in questo momento è opportuno fare un passo indietro, separare le vicende della Sampdoria dalle sue vicende giudiziarie e da quelle della sua famiglia. La Sampdoria verrà gestita al meglio per raggiungere i suoi obiettivi e tutto il resto della famiglia cercherà di chiarire questa posizione processuale”. Una vicenda processuale “sul passato”, chiosa l’avvocato Ponti, “che non ha collegamenti con la Sampdoria e vogliamo evitare che ci siano anche in termini mediatici”.