Mai così tanti i contagi in Italia: sono 44.595. Omicron diffusa al 28%, in Lombardia al 40%
Continua a salire il numero dei nuovi casi che sono 44.595 in 24 ore. Si tratta del record assoluto da quando quasi due anni fa è esplosa la pandemia. Ieri i casi erano stati 36.293. Il precedente record era stato registrato il 13 novembre del 2020, quando i casi individuati furono 40.902. I morti sono 168. Con 901.450 tamponi il tasso di positività sale al 4,9% (+0,3%).
Numeri che impressionano ma occorre tener presente che Omicron è più contagiosa ma anche meno grave delle varianti precedenti. “Se in Italia anche un terzo dei nuovi casi fosse dovuto a Omicron – afferma Matteo Bassetti – non abbiamo visto un aumento significativo della gravità della malattia”. Omicron sarebbe già diffusa al 28%, secondo i dati dell’Iss. Ma secondo Bassetti ed è stato “sbagliato praticamente tutto a livello di comunicazione, si è detto che i vaccini non funzionavano ma invece proteggono con la terza dose, si è detto che è più mortale di Delta e non è così. Mentre – conclude – è più contagiosa ma non vuol dire che moriremo tutti”.
Il tempo di raddoppio della variante Omicron risulta di circa due giorni “in linea con quello già trovato in altri Paesi europei”, spiega sempre l’Iss. E’ la Lombardia la regione dove Omicron corre più in fretta e dove è presente nel 40% dei contagiati. Al momento, però, i ricoverati con Omicron sono soltanto 6, nessuno dei quali in terapia intensiva, pari al 2%. In tutte le province lombarde, tranne quella di Sondrio, la variante Delta ha soppiantato l’Alpha e rimane quella più diffusa.
Ci sono oggi dati scozzesi – ha dichiarato il professor Massimo Puoti, direttore della struttura complessa di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda – dove Omicron sta circolando da più tempo, che hanno dimostrato che la variante Omicron rappresenta un terzo della ospedalizzazione di quella Delta: ovvero il 70 per cento in meno. Se è vero, dunque, che questo incremento dei dati è dovuto alla diffusione della variante Omicron è molto probabile, secondo questi studi, che non si verificherà un così grave incremento dei ricoveri”.