Mattarella irritato col Pd ribadisce il no al bis. Letta senza candidato, il centrodestra può dire la sua
Il presidente Sergio Mattarella fa trapelare la sua irritazione verso chi ancora lo tira per la giacchetta. In particolare al Colle non è piaciuta l’interpretazione della proposta di legge di alcuni esponenti del Pd per l’abolizione del semestre bianco e il divieto di un secondo mandato consecutivo per il Quirinale. I malevoli l’hanno infatti giudicata come una mossa furbetta per convincere Mattarella al bis. Solo in questo frangente di eccezionalità. E poi il caso non si sarebbe più ripetuto proprio grazie alla modifica costituzionale proposta dal Pd.
Ma Mattarella non solo non ha gradito il calcolo ma anzi lo trova del tutto sbagliato. E persino offensivo. E ribadisce l’intenzione di lasciare definitivamente l’incarico entro il 3 febbraio, data della scadenza naturale. Il Colle fa notare infatti che «la circostanza che in Parlamento ci si proponga di inserire nella Costituzione questo divieto è motivo di ulteriore conferma della ben nota opinione del presidente Mattarella». Ossia che non è opportuno un secondo mandato. Nel suo caso particolare, ma in generale.
“Pier Luigi Castagnetti – scrive il Corriere della sera – da sempre molto vicino al modo di rapportarsi con le istituzioni del capo dello Stato, chiude la questione con un giudizio lapidario: «Non si modifica la Costituzione per risolvere un problema politico»”.
Il timore del Capo dello Stato – continua il Corriere – “è che si laceri il filo che tiene ancora insieme quell’unità nazionale conquistata sull’onda della pandemia e sul bisogno di salvare e rilanciare la vita sociale e l’economia del Paese. Il Quirinale è convinto che quella coesione abbia ancora piena ragione di essere, che non vada interrotta e che le eccellenze che si sono messe in campo vadano preservate e valorizzate. E che sia compito della politica dialogare e confrontarsi per scegliere una strada il più possibile unitaria” per la successione al Quirinale.
Il Pd, fa notare Alessandro Sallusti, non ha un candidato suo per tentare questa strada e in questa occasione spetta al centrodestra farsi avanti e prendere l’iniziativa. Anche se la sola ipotesi che ciò possa verificarsi sta mandando in tilt il fronte progressista.