Mazzata sulla ong di Casarini, arriva il verdetto sulla Mare Jonio “pagata” per trasportare clandestini
Brutto colpo per la Ong dell’attivista Luca Casarini. La Corte di Cassazione ha convalidato il sequestro che la procura della repubblica di Ragusa aveva decretato nei riguardi della società armatrice della nave Mare Jonio: la principale imbarcazione usata dall’Ong italiana Mediterranea Saving Humans. Sono stati respinti i ricorsi presentati dai vari indagati, tra i quali,appunto, risulta anche l’attivista Luca Casarini: si opponevano alla legittimità del sequestro di documenti, telefoni cellulari e computer; rinvenuti tanto a bordo della ‘Mare Jonio’, quanto all’interno delle abitazioni abitazioni degli stessi coinvolti.
Mare Jonio indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Il sequestro, convalidato anche dal Tribunale di Ragusa risale allo scorso 26 marzo, nell’ambito del procedimento avviato dalla procura della Repubblica per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; nonché per la violazione alle norme del Codice della navigazione. I reati contestati si riferisacono all’11 e 12c settembre del 2020. In occasione del trasbordo sulla ‘Mare Jonio’ e del successivo sbarco a Pozzallo di ben 27 clandestini soccorsi in mare 38 giorni prima dalla petroliera battente bandiera danese ‘Maersk Etienne’.
Caso Mare Jonio: per la Cassazione non c’era “stato di pericolo”
Per i supremi giudici il ricorso è infondato: anche “a ragione dell’assenza di uno stato di pericolo attuale e imminente per la vita e la sicurezza dei migranti; in quanto già accolti a bordo della petroliera Maersk. Quindi sottratti al rischio di perire in mare e, seppur collocati in condizioni precarie e difficili, non privi di ripari e delle possibilità di alimentarsi; e non versanti in una situazione di pericolo per la loro salute”. Quanto al dovere di soccorso in mare, evidenziato dagli indagati, i supremi giudici sottolineano che questo “oltre ad essere obbligatorio, può essere riconosciuto soltanto a fronte della gratuità dell’azione di salvataggio”.
Il Tribunale del riesame ha confermato “l’onerosità del soccorso”
E non è questo il caso: “il Tribunale del riesame ha confermato il giudizio circa l’onerosità del soccorso: non compiuto in ottemperanza degli obblighi imposti dal diritto nazionale e sovra-nazionale; ma in base ad un accordo privatistico raggiunto con la società armatoriale danese, che quindi esula dalla invocata causa di giustificazione”: il riferimento è ai 125mila euro corrisposti dalla Maersk. Fabio Lanfranca e Serena Romano, legali degli indagati, hanno fatto sapere all’adnkronos di intervenire non appena lette le osservazioni della Cassazione.