Meloni: sì al presidente patriota. La sinistra fa il nome di Pertini? E’ passato, parlino dei presenti
E’ ancora una volta la frase sul “presidente patriota” a tenere banco quando Giorgia Meloni arriva all’assemblea della Coldiretti e affronta le domande dei cronisti. “Io ho indicato la ricerca di un territorio comune, io penso a un Presidente della Repubblica che difenda l’interesse italiano“. “Non ho detto una cosa particolarmente rivoluzionaria”, aggiunge: “Quello che ho detto non vuol dire che un patriota esista solo nel campo della destra, magari anche da altre parti, facciano i nomi, non dei passati” come Pertini “ma dei presenti“.
Gli si chiede quindi se abbia apprezzato la “ribellione” di Mario Draghi all’Europa sul tampone obbligatorio per chi entra in Italia. La leader di FdI risponde di valutare positivamente l’operato del premier quando difende l’interesse nazionale.
“La nostra agricoltura – aggiunge – visto che siamo qui, è sotto attacco, la dieta mediterranea che è patrimonio Unesco è sotto attacco da parte dei burocrati di Bruxelles, tutto per favorire le multinazionali e le lobbies”. “Quando ci si trova a dover difendere gli interessi del popolo italiano uno se ne rende conto meglio”, dice tornando al discorso di Draghi.
L’agricoltura è per noi fondamentale – ha aggiunto – da difendere e valorizzare. “E non lo dico perché sono qui alla Coldiretti e devo dire che siete bravi. Sono abituata a dire quel che penso e lo penso davvero che questo settore sia fondamentale. L’agricoltura ha dimostrato di avere una grande capacità di innovazione e ricerca. E’ un comparto che ha dimostrato di fare molto ricambio generazionale”.
Meloni ha quindi spiegato che se una nazione difende i propri interessi non è antieuropeista, e ha citato l’esempio della Francia. Quindi ha citato la deriva ideologica che rischia di impattare sulle nostre produzioni. Ha parlato dell’attacco ai prodotti di eccellenza italiani, dal vino al prosecco e ha aggiunto che la transizione ecologica è una grande idea ma è contraddittorio volerla fare con prodotti importati da paesi, come la Cina, che non si curano della sostenibilità ambientale. “Pur essendo grande sostenitrice dell’Europa, torniamo sul tema della difesa innanzitutto degli interessi nazionali: sul Nutri-score avrei voluto – ha detto Meloni – che Draghi facesse valere la sua autorevolezza… Noi abbiamo stipulato con la Francia il Trattato del Quirinale, perché non è stato posto il problema del Nutri-score?”.
Ha infine messo in guardia dal modello economico “mostruoso” che Bruxelles vuole contribuire a creare. Un sistema dove si consumerà cibo sintetico prodotto dalle grandi multinazionali e dove “milioni di poveri si nutriranno di mosche”. “Siamo pronti – ha concluso – a batterci a 360 gradi contro questo modello. A difendere l’economia reale, il piccolo imprenditore, l’eccellenza e la qualità che contraddistinguono il made in Italy”.