Mentana sui no vax in tv: «Sulla salute non si può ragionare come al Bar dello Sport»
«Siamo nel pieno della fase più calda della pandemia. O remiamo tutti nella stessa direzione o il contagio ci sovrasterà nuovamente». Enrico Mentana intervistato da Repubblica chiarisce il motivo per il quale in un post sui social ha ribadito di non aver mai ospitato nei suoi tg esponenti no vax. «Mi onoro – aveva scritto – di non avere mai ospitato nei tg che dirigo nessun esponente dei no vax».
Mentana: «Non si può ragionare come al Bar dello Sport»
Il direttore de La7 spiega che «la televisione oggi è il campo della contrapposizione delle idee. Bisogna porsi dei limiti, però». E fa un esempio: «Io quell’ex pugile triestino Tuiach non lo avrei ospitato mai». Qual è il limite invalicabile? «La messa a confronto. Non si può far dialogare un super esperto, che ha studiato per vent’anni, con un fenomeno da baraccone che ha letto quattro cose online. Così come non daremmo diritto di tribuna a uno che sostiene che la mafia non esiste, o a un negazionista dell’Olocausto». E continua. «Non dare spazio a un terrapiattista o a chi associa i vaccini al 5G mi sembra una semplice ovvietà». Poi prosegue: «Quando si parla della salute delle persone non si può ragionare come al Bar dello Sport con davanti la vaschetta delle noccioline».
Mentana sull’obbligo vaccinale
È per l’obbligo vaccinale? «Sì – risponde – lo ripeto dal settembre di un anno fa. Sono della generazione che ha conosciuto le malattie gravi. Sa quanti italiani, secondo quella stessa ricerca del Censis, ritengono che il vaccino sia un farmaco sperimentale e che gli italiani stiano facendo da cavie? Il 31,4. E il 4,2 per cento dei laureati sostiene che non esiste il Covid. Beninteso i creduloni ci sono sempre stati, quando ero ragazzo su certe riviste popolari potevi trovare le inserzioni del mago di Tobruk che prometteva guarigioni miracolose».
Il ruolo del giornalismo
Oggi invece, afferma ancora il direttore, «c’è l’algoritmo. Sui social ognuno può esprimere la qualsiasi e c’è chi poi si incarica di aggregare anche le posizioni indicibili per spirito di contrapposizione o per avvelenare i pozzi». Per Mentana il giornalismo può «raccontare nella maniera più intelligente possibile i fatti, senza perdere di vista il principio di realtà».
«Non credono al disegno di Dio ma a quello di Soros e di Gates»
E infine. «Ho sempre presente le immagini di Bergamo dell’inizio. Ridiamo di quel tizio col braccio in silicone che voleva ottenere così il Green Pass. Ma senza il vaccino rischia di ammalarsi o di infettare gli altri. Sono convinti che ci sia un disegno mondiale della pandemia. Non credono al disegno di Dio, ma a quello di Soros e di Gates».