Monica Bellucci da Malena alla Befana: nel cinecarbone di Natale è una strega buona (e bella)
Monica Bellucci passa con disinvoltura da “Malena” alla “Befana” nel segno della bellezza. Del fascino glamour. Della maturità artistica. Perché, come spiega lei stessa presentando la sua ultima fatica d’interprete per il grande schermo, La Befana vien di notte 2: «La bellezza del mio lavoro è proprio quello di poter continuare nel tempo, i cambiamenti fisici permettono di fare ruoli che prima non potevi fare. D’altronde, la bellezza è continuare a non fermarsi». E ancora: «Mostrare le rughe è una forma di libertà». Eppure, nonostante titolo e commento al film. Malgrado il trucco di scena che le richiede di indossare parrucca di capelli bianchi e marcate rughe sul viso, la Bellucci sul set non è la Befana – nel capitolo cinematografico precedente interpretata da Paola Cortellesi – ma è Dolores. Ossia una strega buona che dedica la sua vita ai bambini.
Monica Bellucci, una bellezza senza tempo in soccorso della Befana
Mentre, con un ribaltone narrativo non da poco, la famosa strega che riempie di dolcetti le calze dei più piccoli è una che di rughe non ne ha neanche mezza: una ragazzina truffaldina di nome Paola (Zoe Massenti, una delle tiktoker più famose d’Italia) alla quale Dolores farà scoprire le sue vere origini. Diretto da Paola Randi (alla regia del primo c’era Michele Soavi). E scritto da Menotti e Nicola Guaglianone, qui anche regista di seconda unità e produttore creativo con Lucky Red e Rai Cinema, questo secondo “cinecarbone” uscirà nelle sale il 30 dicembre, distribuito con oltre 400 copie da 01 distribution. Nel cast anche Fabio De Luigi («un cattivo da favola con le sue fragilità e le sue carenze affettive»). Corrado Guzzanti. Alessandro Haber. Herbert Ballerina e Guia Jelo.
Esce nelle sale a fine anno il “cinecarbone” “La befana viene di notte 2”
«Non sono solo una strega, ma anche una fata. Una molto umana, che pensa al futuro. E attraverso la quale Paola scopre la propria forza – prosegue la Bellucci –. Ci deve essere sempre più collaborazione tra le donne, perché insieme andiamo più lontano. Dobbiamo aiutarci l’un l’altra. Dobbiamo insegnare alle nostre figlie ad essere libere e indipendenti. È un mondo nuovo che si sta affacciando lentamente anche in quello del cinema. Di fatto qui c’è una regista donna». E Paola Randi, che dopo Tito e gli alieni (2018) nuovamente dirige un film con molti effetti speciali, dice: «Sono un’appassionata degli effetti speciali fin da quando ero bambina. Mi piace la capacità che ha il cinema di raccontare l’impossibile. Questa sceneggiatura mi ha dato la possibilità di giocare con la fantasia».