Montanari e le nuove vette del pensiero di sinistra: basta bagni binari, viva i bagni inclusivi
Allora: il bagno non è più quel posto dove si fa la pipì o la pupù. No, i bagni entrano di diritto anch’essi tra le categorie ideologiche. Ci sono quelli binari e quelli inclusivi. Capito? Se non avete capito dovete andare a dare un’occhiata all’account twitter di Tomaso Montanari. Sì, quello secondo cui la destra parla troppo di foibe. L’antifascista irriducibile per il quale Giorgia Meloni non dovrebbe pubblicare libri. Un fanatico che Lilli Gruber ha pensato di dignificare propinandocelo in prima serata nel suo salotto televisivo di parte.
Insomma Montanari, ora rettore dell’Università per stranieri di Siena, si vanta sui social di avere fornito la sua impronta con i bagni per transgender. Perché lui è “dalla parte della diversità, contro ogni diseguaglianza”. Ma è l’icona del bagno inclusivo che dice più di ogni parola: c’è l’omino, la donnina con la gonna e un mix tra omino e donnina. L’essere di genere fluido. Il quale reclama il suo bagno che poi ha sempre la stessa funzione, per maschi, femmine e per quelli che non hanno ancora deciso il genere di appartenenza.
E viene in mente il commento di un opinionista inglese sui laburisti che perdono anche nelle zone operaie: perché mai dovrebbero votare a sinistra i lavoratori se la sinistra si occupa solo dei bagni per lgbtq+?
Ovviamente i commenti si sprecano, e ironizzano, puntualizzano, demistificano. “Da gaio – scrive uno – vi faccio un appunto: inclusivi mi fa intendere che “normalmente” sarei escluso dalla società mentre voi che “siete buoni”, invece, mi includere… avrei preferito un bel e semplice “bagno” senza alcuna immagine o simbolo ad indicare proprio che non importa chi tu sia“. “Ho un dubbio – scrive un altro – Un maschio (o una donna) potrà andare solo al bagno binario (nome bellissimo, complimenti per la fantasia) proprio e a quello inclusivo o anche al bagno binario dell’altro sesso? Io credo serva circolare esplicativa sull’utilizzo dei bagni e sanzione per chi sbaglia“. “Andrò sempre a quello delle donne – commenta un’altra – I maschi puzzano e il water per i disabili è inarrivabile per me che sono piccola di statura. La rivoluzione vera sarebbe trovarli puliti, i bagni pubblici“.
Il miglior commento, però, è quello di un utente che posta la canzone di Claudio Villa, Binario. “Binario, triste e solitario. Binario, fredde parallele della vita/ Per me è finita“…
Da ieri a @UniStraSiena , accanto ai bagni binari, ci sono anche i bagni inclusivi. Dalla parte della diversità, contro ogni diseguaglianza. pic.twitter.com/2Cm0yCWhmt
— Tomaso Montanari (@tomasomontanari) December 14, 2021