Open, da Renzi memoria difensiva e sfida ai pm: «Ecco i vostri errori. Ora archiviate l’indagine»
L’imputazione formulata a carico di Matteo Renzi dai pm che indagano sulla fondazione Open è «fondata su premesse di fatto grossolanamente erronee ed arbitrarie, e su manifeste violazioni delle guarentigie costituzionali poste a tutela della funzione parlamentare». È quanto si afferma nella memoria difensiva consegnata oggi ai magistrati fiorentini dal leader di Italia Viva, nel corso di un incontro durato 40 minuti. La presentazione della memoria difensiva ha evitato al senatore di sottoporsi all’interrogatorio. «Non scappo», si difende lui. Per poi aggiungere: «L’inchiesta è politica». Ma torniamo ai punti focali della memoria. Sono due, in particolare. Il primo riguarda il ruolo dell’ex-premier in Open.
Renzi per 40 minuti dai magistrati
Per l’accusa Renzi ne sarebbe stato il «direttore di fatto». Di tutt’altro avviso la difesa, che ha sottolineato come in realtà Renzi non abbia «mai neppure partecipato ad un Consiglio direttivo della Fondazione». «Dagli atti di investigazione – si legge nella memoria – non emerge alcun comportamento gestorio, di amministrazione, di direzione tecnica, di controllo posto in essere dal senatore Renzi». Ne consegue, secondo i legali, che aver voluto forzatamente investire l’indagato di un ruolo che non aveva serviva solo ad «inserirlo capziosamente nell’indagine». L’altro punto è la natura stessa di Open. Per i pm, era una sorta di partito nel partito (il Pd) che drenava finanziamenti destinati ai dem. Per la difesa, invece, la “corrente renziana” era addirittura «inesistente».
«Sbagli grossolani»
La Procura, insomma, avrebbe travisato sia il ruolo di Renzi all’interno di Open sia la natura della Fondazione. Da qui la richiesta di archiviazione. La memoria Renzi contiene anche cinque istanze difensive e cinque istanze istruttorie. La principale riguarda le chat intercettate quando il leader di Iv era già senatore. In base all’articolo 68 della Costituzione, prima di disporre l’intercettazione i pm avrebbero dovuto chiedere l’autorizzazione al Senato. Per questo ne hanno chiesto l’espulsione dal fascicolo. Altre richieste riguardano le spese. L’ipotesi di reato per Renzi è di finanziamento illecito. La difesa chiede un elenco analitico delle spese in suo favore. Soprattutto quelle effettuate tra febbraio e maggio 2017. In quel periodo, però – diversamente da quanto sostenuto dai pm – l’indagato non era il leader del Pd.