Ora tutti “riscoprono” la Patria grazie a Giorgia Meloni. Anche gli ex “antitaliani” di sinistra
Ora tutti riscoprono la Patria, parola che torna nel lessico politico grazie a Giorgia Meloni. Eppure c’è chi critica la leader di Fratelli d’Italia, come la sinistra. Il che è ridicolo, visto che per un bel pezzo parlare di Patria e tricolore era imbarazzante perché “faceva fascista” , ammette Mattia Feltri su la Stampa. Non appena dal palco di Atreju la Meloni ha invocato e auspicato un presidente della Repubblica “patriota” tutti si sono scatenati. In realtà nessuno è stato bene attento, da tempo la presidente di FdI usa il termine Patria e patrioti per indicare una visione ben precisa della politica italiana. Ora tutti si stupiscono e si stizziscono: Calenda che le imputa di avere offeso Mattarella. Il Pd e la sinistra che hanno fatto la corsa a postare la foto di Pertini, il loro patriota. Con la punzecchiatura opportuna della Meloni: non avete un patrota vivente da proporre? Accusano la Meloni di essere in confusione. Ad esserlo sono soprattutto a sinistra, gli ex antitaliani.
Tutti riscoprono la Patria: inizia la gara ridicola a sinistra
Insomma, basta che arrivi un imput da destra perché tutti si cimentino in una sorta di gara, contrapposizione pure su un termine e un orizzonte che dovrebbero unire le forze politiche. Per cui da sinistra parte sempre una sorta di nuova “guerra civile” su chi è patriota e chi no. Gli editoriali si sprecano, anche oggi. A parte Galli Della Loggia sul Corriere che apprezza la sortita di richiamare la Patria nel lessico della politica, pur consigliando alla Meloni cautela; altrove si sono scandalizzati dal fatto che la leader della destra si sia «appropriata» del concetto di patria. E allora è partita una gara abbastanza ridicola. Tutti i partiti hanno improvvisamente rivendicato le loro origini «patriottiche», contrapponendo modelli di patriottismo rispolverato all’ultim’ora». Ha iniziato Letta che ha postato su Twitter una foto di Pertini. Ha proseguito Giovanni Paglia di Sinistra Italiana, che in una sorta di contrapposizione a Berlusconi ha detto: «Noi ci teniamo ben stretti Pertini e Berlinguer, ogni partigiano e i lavoratori che da generazioni la pagano per tutti».
Torna la Patria nel lessico politico e la sinistra smania
Sulla stessa linea ‘sono più bravi i patrioti miei, Stefano Fassina di LeU ha sottolineato: «i patrioti sono stati innanzitutto i partigiani comunisti, socialisti, cattolici, repubblicani, liberali che hanno liberato l’Italia». Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha subito cercato la rissa: «è stato sicuramente più patriota chi ha garantito la salute dei cittadini italiani; a differenza dei “patrioti” che facevano le manifestazioni per non adoperare la mascherina». Sottotesto: il vero patriota sono io.
Murgia, Saviano e la rubrica dell’Espresso, “L’Antitaliano”
“In che si stabilisca un criterio per decidere chi è il più patriota di tutti, c’è da festeggiare almeno una cosa”, scrive il Tempo. E cioè che essere un difensore della patria è tornato ad essere un valore positivo nella politica italiana. Non è una banalità. Perché non risale a tantissimi anni orsono l’epoca in cui lo sport nazionale di certa politica era proprio dare addosso all’Italia. E più precisamente agli italiani”. Non è un caso che Roberto Saviano e Michela Murgia a inizio anno si siano dati il cambio nella titolarità di una storica rubrica dell’Espresso: «L’antitaliano». E bene ha fatto Senaldi dalle colonne di Libero a rammentare cosa significa patriottismo a sinistra: “Una specie di patriottismo, a sinistra, è effettivamente documentabile. È il patriottismo antifascista, per cui è fascista chiunque non sia comunista”. Ancora: “È il patriottismo della questione morale: per cui è immorale chiunque non abbia la tessera di quel moralismo finanziato dal rublo. È il patriottismo delle mani pulite, per cui le ha sporche chiunque non se le lavi alla fonte dell’onestà progressista”.
Senaldi: “Il patriottismo della sinistra è antitaliano”
E’ il patriottismo di una parte, il che è un controsenso. Senaldi ancora: “È il patriottismo dell’adempimento fiscale, per cui è evasore chiunque non si inchini alla bellezza delle tasse. È il patriottismo delle leggi contro l’odio; per cui è odioso” e non patriota chi non festeggia le magnifiche sorti e progressive della Giornata contro l’omostransbifobia. “È il patriottismo dell’affascinante avventura coi fascistelli dei 5Stelle; per cui si perlustra il campo avverso alla ricerca di gagliardetti mentre i nuovi compagni – anche questi compagni che sbagliano- si lasciano andare a deliziosi slogan antisemiti”. Fare l’occhiolino alla Cina come i cinquestelle; avere rapporti sospetti con il Venezuela come i cinquestelle (inchiesta in corso) non rassicura certo. Il patriottismo a sinistra significa infischiarsene dei confini e della sicurezza: “per cui si manda a processo il ministro che le ha approvate e si tiene al suo posto quello che gliele ha fatte approvare perché è diventato il punto di riferimento fortissimo di tutti i progressisti”.