Presidenziali in Francia, Sinistra fuori dai giochi e Destra frammentata. E Macron potrebbe approfittarne
Non solo il Quirinale in Italia, anche la Francia è chiamata a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e la corsa all’Eliseo pare tutt’altro che scontata anzi, la divisione della Destra e l’incapacità della Sinistra a pervenire una figura di spicco unitaria , rischiano di favorire la rielezione di Emanuel Macron.
La Destra vincente ma divisa
La destra stando agli ultimi sondaggi rappresenterebbe la maggioranza dei francesi tuttavia la vittoria non sembra così semplice date le divisioni tra le varie anime. A settembre aveva annunciato la sua ricandidatura Marie Le Pen, storica leader del Rassemblement National, in precedenza Front National, già guidato dal padre Jean-Marie Le Pen, che ha però espresso il suo endorsement personale al saggista Eric Zemmour, che si è fatto rappresentante della destra più identitaria, per certi versi estrema, e stando ai sondaggi si attesterebbe al 17% dei1 consensi, superando dunque la Le Pen ferma al 16% dei consensi.
Torna anche “Debout la France” partito sovranista e conservatore, che sarà nuovamente guidato da Nicolas DuPont-Aignan già candidatosi nel 2007 non riuscendo poi a ottenere i voti necessari per correre all’Eliseo, e nel 2012 ottenendo un modesto 1.78% dei consensi
Il partito di centrodestra di tradizione gaullista, “Les Republicains” che nella sua precedente incarnazione fu la casa politica di Nicolas Sarkozy, ha lanciato la candidatura all’Île de France, di Valérie Pecresse al seguito delle primarie vinte sullo sfidante Eric Ciotti.
La crisi della “Gauche”, già fuori dai giochi per l’Eliseo
Discorso parzialmente analogo per la sinistra francese che come lo schieramento opposto, si ritrova divisa e con numerose candidature, ben sette, che però a differenza della destra, sembrano non attirare l’elettorato, tanto che nessuno dei candidati del centrosinistra stando ai sondaggi raggiungerebbe la doppia cifra.
Svaniscono anche le speranze di Anne Hidalgo , sindaca socialista di Parigi, che chiedeva agli alleati di andare alle primarie per presentare una forte candidatura unitaria, proposta duramente criticata da Yannick Jadot che invece sosteneva la centralità di una candidatura del campo ecologista.
Macron, tra i due litiganti, il terzo torna all’Île de France
Grazie a queste divisioni interne negli schieramenti politici, il Presidente di area centrista uscente, Emmanuel Macron vede più vicina la sua rielezione, nonostante nel corso della presidenza , i suoi indici di gradimento siano progressivamente calati. Macron vincerebbe facilmente ai ballottaggi contro Zemmour, visto come una mina vagante anche dagli elettori di centrodestra, al contrario le distanze in caso di ballottaggio contro Valerie Pecresse o Marie Le Pen si ridurrebbero ad una sfida all’ultimo voto.
Si tratterebbe di un’importante lezione anche per la politica in Italia, le coalizioni, se prive di un’unità programmatica ed esclusivamente unite per fini elettorali rischiano di vanificare il peso del proprio elettorato.