Quirinale, il pronostico di Bossi: «Tra Draghi e Berlusconi a spuntarla sarà Casini»
«A spuntarla per il Quirinale sarà Pierferdinando Casini». È secco e “fuori mercato” il pronostico attribuito dalla Stampa a Umberto Bossi sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Un tempo sarebbe stato il classico “2” da sorpresissima sulla schedina, una sorta di Inter-Canicattì 0-1 in grado di sbancare il Totocalcio. Ma da sempre il Senatùr ci ha abituato a profezie ritenute eccentriche, se non addirittura folli, e poi puntualmente avveratesi. Ora ci prova con il Quirinale, immaginando l’ex-alleato Casini come terzo che gode tra i duellanti Draghi e Berlusconi. Uno schema, se vogliamo, tutt’altro che desueto nel risiko del Quirinale. Poche le volte in cui chi è entrato Papa nel conclave di Montecitorio ne è uscito davvero tale.
Così Bossi sulla Stampa
Decisamente più frequenti le volte in cui i franchi tiratori hanno impallinato il quirinabile sulla soglia dell’agognato quorum. Un meccanismo che proprio Bossi conosce bene. Prova ne sia che nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro riuscii a tagliare il traguardo della presidenza della Repubblica non solo sull’onda dell’indignazione seguita all’attentatuni di Capaci ma anche all’abilità con cui il capo leghista si insinuò nella disputa tra Andreotti e Forlani. Il Carroccio era la novità politica del momento, con ben 80 parlamentari catapultati sui Palazzi romani dalle valli padane. Una dote che Bossi seppe ben sfruttare. I suoi onorevoli non furono franchi tiratori in senso tecnico, ma un ruolo in quella vicenda riuscirono a ritagliarselo.
L’ex-dc “equivicino” a destra e a sinistra
Per dire che Bossi non è uno che parla a caso. Il suo endorsement per Casini significa che questi nella partita del Quirinale ci sta anche se – a differenza di Draghi e Berlusconi – non si vede e non si sente. Ma è proprio questo a renderne possibile l’elezione. Se infatti il premier dà corpo ai fantasmi di chi teme il ritorno anticipato alle urne, il Cavaliere produce lo stesso effetto per eccessiva divisività. Casini al contrario è ecumenico per definizione: è tra i fondatori (con lo stesso Bossi, Fini e ovviamente Berlusconi) del centrodestra, ma è in Parlamento in quota Pd. Nessuno meglio di lui può assicurare una sostituzione di Mattarella quasi senza scosse. Questo, almeno, è il pronostico del Senatùr. Un “2” da sorpresissima. ma in politica, si sa, mai dire mai.