Quirinale, la Cei apre a un Presidente donna: «Ma non è una questione di genere»

29 Dic 2021 15:15 - di Federica Parbuoni
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L’importante è che sia «coraggioso» e che abbia la capacità di tenere unito il Paese in tempi in cui potrebbero essere necessari «sacrifici strenui». Poi, che sia uomo o donna non è determinante, «l’importante è che possa assicurarci che quel ruolo sia svolto al meglio». Il vicepresidente della Cei, monsignor Antonino Raspanti, interviene nel dibattito sul prossimo presidente della Repubblica, ribadendo più volte la necessità per il Quirinale di una figura in grado di «tenere la coralità» del Paese, dal tanto dal punto di vista sociale quanto da quello politico.

Per la Cei arriveranno «nuove povertà», servirà «coraggio»

Intervistato dall’Adnkronos, il vescovo di Acireale ha sottolineato che «i tempi stanno cambiando e, pur non sapendo quando usciremo dall’emergenza pandemica, si può immaginare che la situazione socio-economica sia molto delicata, molto pesante, perché è vero che abbiamo le risorse del Pnnr, ma dobbiamo impiegarle al meglio. Poi ci sarà, come tanti prevedono, un contraccolpo con l’inflazione e quindi nuove povertà. Il Pil aumenterà, ma noi scendiamo parecchio: sette anni sono tanti e quindi, fermo restando il lavoro del governo e del Parlamento, ci sarà bisogno di una persona che guidi, sia punto di riferimento, non garantisca solo la stabilità, di cui abbiamo goduto». Dunque, per il vicepresidente della Cei, al Quirinale ci vorrà soprattutto coraggio nell’indirizzare il Paese e le forze politiche e sociali a un impegno e un sacrificio strenui. Si tratterà di tenere la coralità del Paese, evitare spaccature, perché fanno capolino continuamente su ogni tema».

Una figura capace di «ridare fiducia nelle istituzioni»

Per Raspanti in seno ai partiti, sul prossimo presidente della Repubblica, «si può capire che ci sia un vivace dibattito. Però, siccome le spaccature nascono soprattutto su questioni sociali, etiche, anche economiche, sui tamponi, sui vaccini, e la società è fortemente frammentata per ragioni culturali molto più ampie servirà una figura capace di contenere tali spaccature». «Le istituzioni – ha aggiunto il vescovo – non godono di ottima salute, dunque servirà una persona che sia in grado di ridare fiducia alle istituzioni. Una persona autorevole, saggia, che abbia fermezza, equilibrio e capacità di calmierare talvolta la frammentazione dei partiti che alzano continuamente la voce, scadendo anche nella rissa».

La Cei: «Al Quirinale desideriamo una persona salda e concreta»

Il parametro resta Mattarella, che per il vicepresidente della Cei «ha condotto in maniera esemplare il settennato al Quirinale con equilibrio, prudenza e fermezza». «Mattarella – ha ragionato Raspanti – è persona apparentemente più fredda e distaccata, ma questo non gli ha alienato la simpatia del Paese. Non serve accattivarsi la simpatia della gente con frasi, slogan o piccole mosse mirabolanti, perché oggi desideriamo una persona salda, solida, che sappia dare un indirizzo concreto al Paese, che porti frutti di creatività, generosità, perché ci sono molte ricchezze nel nostro Paese che devono essere convogliate in unità».

Una donna? «Non è una questione di genere»

«Saranno gli anni, spero, di un grande rinnovamento del Paese, della pubblica amministrazione, dei rapporti tra le forze sociali, di un rinnovamento anche dal punto di vista etico e religioso. Per cui la stessa Chiesa, ma anche le altre religioni sono a una svolta nei rapporti con la democrazia, il bene comune, la partecipazione nel dibattito pubblico. In questi mutamenti di tanti attori, siccome il presidente rappresenta l’unità, il controllo e l’indirizzo generale, dovrebbe essere figura super partes e di conoscenza approfondita dello Stato». Tutte caratteristiche che potrebbero essere incarnate anche da una donna. «Io ritengo che vada benissimo sia un uomo che una donna, anche se non ne faccio una questione di genere», ha precisato il vescovo, chiarendo che comunque l’idea di una donna «ha un suo valore come battaglia di parità e ritengo che in molti campi ci sia una non facilitazione della donna».

La Cei guarda a «quello che pensano le cancellerie»

In ogni caso, «uomo o donna che sia il prossimo presidente al Colle, l’importante è che possa assicurarci che quel ruolo sia svolto al meglio». Quanto ai nomi che circolano, Raspanti ha rilevato che hanno «caratteristiche diverse e questo è giusto che accada». «Queste persone – ha aggiunto – per la storia dei loro comportamenti pubblici, politici o professionali, sono molto diverse: alcune finora si sono dimostrate più concilianti, con un maggiore senso dello Stato e con maggiore flessibilità, capaci anche di cambiare posizioni precedentemente prese, persone diverse che hanno dimostrato aspetti che oggi potremmo preferire e quindi auspicare, mentre altre con aspetti che oggi non ci augureremmo perché non è più il tempo».

In ogni caso, «che questi nomi vengano fuori significa che c’è un confronto molto largo, ed è utile. Poi i grandi elettori dovranno trovare delle convergenze tenendo conto anche degli altri governi, della politica internazionale, di quello che pensano le cancellerie». E Draghi, che si è definito “un nonno al servizio delle istituzioni»? «Non ha detto che non c’è», ha commentato il vicepresidente della Cei, aggiungendo che «non dobbiamo dimenticare che abbiamo un’appartenenza al Patto Atlantico, a rapporti di alleanze commerciali, ci sono tanti aspetti che ci legano alla piazza internazionale. Di questo i grandi elettori terranno conto».

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