Quirinale: occhio al “dinosauro” Mastella. Le sue mosse conducono al “gemello” Casini
Una rima e un paio di analogie. La rima (baciata, addirittura) è quella tra Mastella e Pannella. Le analogie hanno invece a che fare con le gogoliane “anime morte” di un Parlamento ormai stremato. Dai colpi dell’inchiesta “Mani pulite“, nel caso del leader radicale; dal vuoto politico scavato dalla pandemia, in quello del sindaco di Benevento. Ora come allora il lievito è il terrore di tornare alle urne. E se per cavalcarlo Pannella s’inventò gli “autoconvocati delle 7“, Mastella è tornato ad agitare il solito miraggio del centro. La novità è che vuole sperimentarlo subito, a cominciare dall’elezione del Quirinale. Rima ed analogie finiscono qui. Ma avvertiamo sin da ora che sarebbe un errore ridurre a folclore il raduno di sabato scorso al teatro Brancaccio di Roma dei “dinosauri” convocati dall’ex-leader dell’Udeur.
Mastella ha riunito i centristi a Roma
La situazione politica è tale che ben vi si attaglia il fatale “tutto può succedere“. Compreso che uno scafato come Mastella diriga con successo le “anime morte” (maggioranza in un Parlamento che ha ridotto i seggi da 945 a 600) nell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Per come si va incastrando, il contesto potrebbe consentirglielo. Come ha spiegato anche Repubblica, Draghi al Quirinale porrebbe più di un problema sotto il profilo giuridico-costituzionale. Ma, quel che più conta, spalancherebbe le porte alla fine anticipata della legislatura. Escluso un ripensamento last minute di Mattarella, resterebbero quirinabili le immarcescibili riserve della Repubblica, modello Giuliano Amato, o nomi come Silvio Berlusconi o, più defilato, quello di Pierferdinando Casini.
Il Colle snodo fondamentale
Il primo ha poche chanches perché, per i grillini, votarlo equivarrebbe ad iscriversi al club della Casta. Non sceglierebbero invece Marta Cartabia (altra papabile) perché è la ministra che ha cancellato la legge Bonafede sulla prescrizione. E veniamo a Berlusconi, pur inserito da Mastella nella rosa dei votabili. La candidatura del Cavaliere, tuttavia, non esorcizzerebbe il ritorno alle urne. Lo eleggerebbe infatti il centrodestra più altri solo dal quarto scrutinio in poi. Ma un minuto dopo non esisterebbe più il governo di (quasi) unità nazionale.
Un candidato ecumenico
Proprio qui scatterebbe l’opzione Casini, l’unico “dinosauro” scampato all’estinzione dei suoi simili e con la “taglia” adatta per sopravvivere anche alla fase attuale. A lungo tra i protagonisti del centrodestra, nell’ultima elezione è stato candidato dal Pd dopo un solitario purgatorio al centro. Nessuno potrebbe dirgli di no: né il centrodestra che ha cofondato, né i dem che lo hanno eletto né tantomeno il M5S, cui garantirebbe il prosieguo della legislatura. Non per caso a lanciarne la candidatura ha provveduto una “piattaforma neutra” come il gruppo delle Autonomie. Ma tutto davvero torna se aggiungiamo che a fondare con lui il Ccd agli albori del bipolarismo italiano fu proprio Mastella. I “dinosauri“, si sa, non si muovono mai a caso. E forse il Jurassic Park è dietro l’angolo. Scommettiamo?