Rapporto Censis, 6 italiani su 10 bocciano il reddito di cittadinanza: “Spinge le persone a non lavorare”
Per il 92,8% degli italiani la povertà si combatte in primo luogo creando lavoro e non moltiplicando i sussidi. Infatti, il 47,6% ritiene ad esempio che il Reddito di cittadinanza spinga le persone a non lavorare, mentre per il 37,9% è un supporto alle persone in difficoltà. Infine, il 9,4% pensa che costi troppo al bilancio pubblico. È quanto emerge dal Terzo Rapporto Censis-Tendercapital Inclusione ed esclusione sociale: cosa ci lascerà la pandemia.
Ci sono inoltre un milione di nuovi poveri nel 2020, con un incremento del +21,9% rispetto al 2019. Di questi, le donne sono 532mila (+22,9%), i giovani 222mila (+23,2%). Sono invece 333mila le famiglie in povertà assoluta in più nel 2020 rispetto al 2019. Ad alto rischio nel protrarsi dell’emergenza sono le persone senza risparmi: il 23,1%, ma è il 33,4% tra i bassi redditi, il 29,5% tra i bassi titoli di studio. Tra chi non dispone del cash cautelativo la paura della povertà è più alta. Il 79,3% degli italiani è convinto che bisogna tassare i grandi patrimoni per finanziare la lotta alla povertà, l’88,8% è favorevole a misure fiscali a beneficio dei bassi redditi e l’80,9% a incentivare fiscalmente gli imprenditori che assumono nuovi lavoratori.
Inoltre, durante la pandemia c’è stata una potente azione redistributrice delle famiglie: 9 milioni di anziani hanno dato sostegno economico alle famiglie di figli e nipoti e 6,8 milioni di giovani hanno ricevuto supporti economici da genitori e nonni.
Il rapporto Censis svela: il 16 per cento degli italiani non va sul web
Il 16,5% degli italiani non è un utente di Internet, l’11,1% possiede una connessione che ha mal funzionato in pandemia, 27 milioni di utenti di device digitali hanno difficoltà a svolgere le attività digitali in casa, tra spazi stretti, parti di casa senza connessione o rete in overbooking per sovraffollamento. Secondo lo studio, 16,5 milioni di utenti di device digitali hanno difficoltà nell’utilizzarli perché non ne hanno di propri o perché non sono adeguati alle loro esigenze. Inoltre, 12 milioni hanno problemi nell’uso dello smartphone o di WhatsApp oppure nel gestire la mail, mentre 12,4 milioni li hanno in attività come navigare sui social o gestire video incontri.