Torna la strana coppia. Meloni: io e Letta siamo come Sandra e Raimondo della politica italiana
Giorgia Meloni si è ritrovata ancora una volta alla presentazione di un libro insieme con Enrico Letta. Il libro è “Pedagogia e politica, costruire comunità pensanti“, a cura di Luciano Violante, Pietrangelo Buttafuoco e Emiliana Mannese.
Ma è stata la battuta a latere che la leader di fratelli d’Italia ha regalato ai cronisti a fare, stavolta, la differenza. Una di quelle battute destinate a lasciare un’impronta nell’immaginario: “Io e Enrico Letta siamo un po’ come Sandra e Raimondo della politica italiana“. Una coppia unita nella sostanza e litigiosa nella forma quella di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. E la coppia Meloni-Letta, invece?
Di sicuro Giorgia Meloni avrà in questo modo fornito alimento ai tanti mal di pancia che hanno accompagnato, a sinistra, la partecipazione dello stesso Enrico Letta alla festa natalizia di Atreju a Roma. Sono stati in tanti ad alzare il sopracciglio antifascista: tra chi ha scomodato le vittime di piazza Fontana (Carlo Verdelli) a chi ha ironizzato dicendo che il segretario dem si appresta a rendere omaggio alla tomba di Giorgio Almirante (Christian Raimo).
Il programma Piazza Pulita ne ha subito approfittato per rilanciare il pericolo della lobby nera dentro fratelli d’Italia con un Roberto Saviano che si contorceva dalla rabbia nello spiegare ai telespettatori che la Meloni ha “rubato” la figura di Atreju. Il quale non ha né madre né padre e dunque, allevato da una tribù, sarebbe molto “di sinistra”.
La “strana coppia” Meloni-Letta aveva esordito a metà novembre, alla presentazione del libro di Bruno Vespa al Tempio di Adriano. Il Foglio ci aveva ricamato da subito titolando addirittura: è nato il melonlettismo.
Ma i precedenti non mancano, e la memoria risale al 2008, quanto Gianfranco Fini e Massimo D’Alema si trovarono inseriti dai giornali nell’asse di Asolo, la cittadina del trevigiano dove i due avevano partecipato a un convegno sulla Bicamerale per le riforme. Fu anche in quel caso Fini a scherzarci sopra: “Lo spirito di Asolo? Se son rose fioriranno“.
Il terreno è scivoloso. I media italiani sono amanti del conformismo e per loro destra e sinistra devono solo litigare. Mai dialogare. Se si contravviene a questa narrazione per loro è come se il padrone avesse morso il cane. Uno strappo alla consuetudine. E di certo ricameranno anche su Sandra e Raimondo.
Ma, al di là delle battute, Giorgia Meloni ha sentito Silvio Berlusconi il quale non è affatto indispettito per l’incontro con Letizia Moratti. E Ignazio la Russa oggi sul primo giornale italiano ha ribadito: “Il candidato per il Quirinale è Silvio Berlusconi”.