Vaccino, la “Crusca” elogia Draghi (e Il Secolo): «Bravo. Ha detto “richiamo” e non “booster”»
Altro che giornalisti in piedi ad applaudire in uno spettacolo – in verità – alquanto sconsolante. La vera soddisfazione per Mario Draghi (lo diciamo senza alcuna ironia) è aver incassato il plauso dell’Accademia della Crusca che al premier ha lanciato un convinto «bravo!» per aver accuratamente evitato di usare nell’odierna conferenza stampa il termine “booster” in luogo del ben più comprensibile “richiamo“. Fa piacere anche al Secolo d’Italia che solo qualche giorni fa esortava le istituzioni a utilizzare termini italiani. E non solo per inesistenti pruriti vetero-nazionalistici, come qualcuno potrebbe malignare, ma semplicemente per meglio sconfiggere il virus.
Il linguista Mazzini: «Booster non si capisce»
Se infatti i mezzi di informazioni di massa usano parole che i più non comprendono, arrecano solo una danno all’efficacia della campagna vaccinale. Tutto qui. Una tesi autorevolmente ribadita oggi dal linguista Claudio Mazzini, che dell’Accademia della Crusca è il presidente. Dapprima ha definito «impeccabile» l’italiano dell’ex presidente della Bce e poi lo ha elogiato per non aver mai fatto ricorso alla parola inglese booster. «È inutile – ha spiegato il linguista – introdurre parole straniere come ‘booster’ quando in italiano da sempre per il vaccino i cittadini usano il semplice ‘richiamo’, termine da tutti comprensibile. È un errore di comunicazione introdurre parole nuove per concetti vecchi e familiari a tutti come lo è il richiamo vaccinale, a partire da quello per l’antitetanica».
L’assessore D’Amato invece…
Ben detto. Peccato che l’esempio di Draghi faccia ben pochi proseliti. Leggere, per credere, la dichiarazione dell’assessore regionale alla Sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato, relativa al bollettino quotidiano dei contagi. La segnaliamo al professor Mazzini nella speranza che trovi il tempo per una metaforica tirata d’orecchi all’assessore anglista. Eccola: «Sono stati superati 1,6 milioni di dosi booster per un totale di 10 milioni e 600 mila somministrazioni nel Lazio». Dosi booster? Già, si chiederebbe Bombolo, «e che vor dì?».