Anche Giletti (e non solo il M5S) lancia un “vaffa” a Conte: «Bravo Renzi a staccargli la spina»

5 Gen 2022 11:47 - di Redazione
Giletti

«Mentana ha ragione quando dice che mettere a confronto uno scienziato e uno stregone non è informazione, ma lui si riferisce al suo mondo, ai tg. Il suo radicalismo non può essere applicato a chi fa programmi tv, i talk sono fatti di contrapposizione e dialettica, io non amo chi criminalizza il dissenso». Sceglie toni agrodolci verso il suo collega di scuderia (entrambi sono su La7) Massimo Giletti nella sua intervista al Corriere della Sera. In verità, ad incuriosire il giornale di Via Solferino è la puntata di questa sera di Non è l’Arena sulla mafia (è previsto anche un videocollegamento con il boss pentito Giovanni Brusca).

Giletti intervistato dal Corriere della Sera 

Ma è altrettanto vero che in tempi in cui infuria non solo la pandemia ma soprattutto il derby tv tra virologi e no-vax, la domanda su dove stia andando il mondo dell’informazione ci sta tutta. E Giletti non si sottrae. «Censurare chi la pensa in modo diverso è qualcosa che non mi appartiene», premette il conduttore. Per poi aggiungere: «È giusto porsi la domanda, ma è altrettanto vero che quando porti un no-vax in tv e senti che spiegazioni dà in automatico si fa male da solo e non fa una bella pubblicità ai negazionisti». C’è spazio anche per una domanda sul rapporto tra informazione e politica. La standing ovation tributata dai giornalisti che affollavano la conferenza stampa di fine anno di Draghi ha lasciato molto amaro in bocca.

«Ma c’è il rischio di appiattirsi su Draghi»

Anche a Giletti, sebbene si definisca «estimatore di Draghi» e non esiti a «ringraziare Renzi per aver staccato la spina a Conte». Ma, aggiunge, «do ragione a Santoro, mi sembra ci sia un generale appiattimento e una forte omologazione. E non è un bene». La metafora che Giletti sceglie per inquadrare il mestiere dei giornalisti è quello dei «cani da guardia». E si chiede: «Quanti ne siamo rimasti? Se mettiamo insieme quello che hanno detto esperti e virologi negli ultimi due anni troviamo moltissime castronerie. È evidente che c’è stato un problema di informazione. Io credo – conclude Giletti – che anche in un periodo di crisi sanitaria ascoltare chi la vede in modo diverso rimanga fondamentale».

 

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