Bertolaso non fa sconti sulla scuola: «Bisogna avere il coraggio di fare interventi impopolari»
La scuola? «È una partita importante. Bisogna fare di tutto perché i ragazzi tornino in classe il 10 gennaio. E soprattutto dobbiamo farli rimanere in aula, garantendo le lezioni in presenza». Guido Bertolaso, consulente della Regione Lombardia per la campagna vaccinale in un’intervista a La Stampa parla di vaccinazioni ed elenca le strategie per meglio affrontare questa nuova fase. «Credo che a questo punto l’unico protocollo da adottare, e dico una cosa impopolare, sia un sistema di monitoraggio che sia il più stringente possibile».
Bertolaso, cosa evitare a scuola
Ad esempio? «Innanzitutto evitare momenti di attività didattica non fondamentali, come l’educazione fisica. E poi fare campionamenti a tappeto nelle classi e negli istituti selezionati in modo random». Per Bertolaso la quarantena per i contatti di contagiati serve, «però tutti gli altri devono andare a scuola, stare in presenza a tutti i costi perché abbiamo visto quali effetti catastrofici abbia avuto la Dad nei bimbi». E sulla mascherina Ffp2 obbligatoria anche nelle scuole è «un po’ difficile. Forse è più facile per i bimbi tra i 5 e gli 11 anni ma insisto: dobbiamo fare di tutto per vaccinarli, è dimostrato che Omicron colpisce di più le classi giovani».
Bertolaso: «La priorità è il booster ai ragazzi tra i 12 e i 16 anni»
Poi puntualizza: «Siamo ancora in attesa di inoculare il booster ai ragazzi tra i 12 e i 16 anni. Fino a qualche settimana fa avevamo un’incidenza molto alta tra i 5-11 che ora sono protetti. Siamo invece bloccati per la coorte d’età successiva, quella dei 12-16 appunto. Che ha in questo momento un picco di positivi. Mi chiedo cosa aspettino Aifa e Ema a darci l’autorizzazione alla terza dose». E spiega: «Ho parlato con il generale Figliuolo perché prima di tutte le discussioni sulla scuola, io credo che sia prioritario il booster a questi ragazzi. Perché quello che abbiamo capito finora della Omicron è che buca i vaccini. Soprattutto se uno lo ha fatto da poco».
Sullo smart working
E sullo smart working ha un’idea ben precisa: «Piuttosto che chiudere le scuole sarebbe meglio il telelavoro fino a marzo, come hanno fatto in passato altri paesi europei». E poi sulla situazione in Lombardia che in un giorno ha superato il tetto dei 50mila contagi in un giorno Bertolaso non si allarma: «Mi preoccuperei, e molto, se invece che avere 234 ricoverati in terapia intensiva ne avessimo oltre 2300, come un anno fa».