“Ci voglio riprovare…”. La rabbia della Casellati, poi lo sfogo: “Sono stata tradita, quanta cattiveria…”
I retroscena dei giornali parlano di una Elisabetta Casellati più arrabbiata che delusa. Quel voto flop sulla sua candidatura, culminato con una razione inattesa di “franchi tiratori” in arrivo dalla sua area politica, Forza Italia, con tutta evidenza, le ha restituito l’immagine di un partito nel quale qualcuno si è esercitato nel giochino del risiko parlamentare, lanciandola in campo con la benedizione di Salvini e della Meloni per poi affossarla a colpi di “non voto”. “Sono stata offesa e sono stata tradita sia dal punto di vista personale che, soprattutto, da quello istituzionale“, racconta oggi, in una paginata, il retroscenista del Messaggero, Mario Ajello.
La Casellati e quella tentazione di riprovarci
“Non lo ha preso affatto bene, Elisabetta Casellati, il flop da 382 voti. Chi la cerca dopo il fattaccio per alleviare la sua pena non riesce a parlarle perché ha staccato i telefoni, s’ è ritirata sdegnatissima nella sua residenza di Palazzo Giustiniani – soprannominato il Piccolo Quirinale perché sede della seconda carica dello Stato, ma lei aspirava al Quirinale grande – e quelle stanze risuonavano ieri pomeriggio di urla. C’è chi l’ha sentita dire: ‘Ci voglio riprovare!’. Chi invece ne ha raccolto questo sfogo: ‘Non avrei mai immaginato un grado di cattiveria politica così forte. Hanno riversato sulla seconda carica dello Stato, su una figura super partes, tutte le divisioni tra i partiti’…”, scrive il Messaggero, nel giorno in cui la crisi politica sul Quirinale sta esplodendo a tutti i livelli.
I malumori in Forza Italia per la “figuraccia”
”Operazione frittata”. ”Che figuraccia”. ”Lo sapevano tutti che saremmo andati a sbattere…”. ”Una vera Caporetto, ore le danze le condurrà il centrosinistra e arriveremo dritti a Draghi o Mattarella bis…”. ”Ma perchè abbiamo bruciato così la seconda carica dello Stato, che è del nostro partito?”. Il fallimento della candidatura al Colle di Elisabetta Alberti Casellati scuote il centrodestra ma soprattutto si abbatte su Forza Italia, accusata di ‘fuoco amico’ per aver fatto mancare i voti decisivi in Aula, giocando di sponda con i tanti ex azzurri poi passati con Giovanni Toti e confluiti in ‘Coraggio Italia’.
In Transatlantico, a Montecitorio, racconta l‘Adnkronos, sono tanti gli azzurri che respingono al mittente le accuse di tradimento e si interrogano sull’opportunità politica di aver sacrificato la presidente del Senato sull’altare della coalizione per contarsi. Una conta, dicono a mezza bocca, che “si poteva fare prima”, evitando di ”andare a sbattere contro un muro”. Da qui la domanda a Salvini e Meloni: ”perchè mandare così allo sbaraglio la seconda carica dello Stato?”. ”Ci processano, facendo leva sulle divisioni e sulle spinte ‘draghiane’ interne, ma nessuno dei nostri alleati si chiede perchè si è arrivati a tutto questo…”, sbotta un big azzurro.