Covid, 197.552 nuovi contagi, 184 morti. I medici chiedono un mese di restrizioni mirate: le 3 proposte
Il bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute oggi registra 197.552 nuovi contagi e, purtroppo, altri 184 morti. Con 1.220.266 di tamponi processati nelle ultime 24 ore e con un tasso di positività al 16,2%. La voce ricoveri, invece, riferisce di 339 degenti, con un aumento di 58 unità in più terapia intensiva. Ed è in questo contesto che irrompono i dati che segnala oggi l’Ordine dei medici che, nel fare il punto della situazione attuale sul fronte sanitario, e dei segnali di allerta che arrivano dalle strutture – da Nord a Sud – riferisce di numeri «abnormi».
Covid, l’allarme dell’Ordine medici: 1 milione e 600mila contagiati a casa
Riscontri, insomma, che fanno dire a Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini medici (Fnomceo) che: «La situazione negli ospedali peggiorerà. La gente va incontro ai contagi da Sars-COV-2. I numeri sono abnormi: abbiamo più di 1 milione e 600mila contagiati a casa in questo momento. E il Covid è una malattia che spaventa. Le persone al minimo di difficoltà respiratoria vanno in ospedale. E e gli ospedali cominciano a non reggere più in certi casi»…
«La situazione negli ospedali peggiorerà: siamo di nuovo come in altri picchi della pandemia»
E ancora: con così «tanti contagiati, negli ospedali si cominciano a rivivere situazioni uguali a quelle dei picchi precedenti della pandemia». Non solo. Secondo quanto la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini medici) riferisce Anelli all’Adnkronos Salute, «nelle aree più in difficoltà stiamo daccapo rivivendo quello che è successo negli altri picchi pandemici, quando si chiudevano reparti e si aprivano posti Covid. Quando gli anestesisti venivano trasferiti nelle terapie intensive dalle sale operatorie. Questo sta avvenendo oggi. Ecco perché bisogna intervenire subito. Ancora una volta torniamo a fare i ragionamenti che abbiamo fatto a novembre scorso. A marzo dell’altro anno. Siamo punto e a capo. In un’ondata che può essere drammatica per i numeri così elevati che sta avendo. E noi siamo spaventatissimi».
I medici: «Rinviare l’aperura della scuola poteva essere una misura di buonsenso»
Una situazione al limite, rispetto alla quale, sottolineano dall’Ordine dei medici, «rinviare l’aperura della scuola poteva essere una misura di buonsenso. Stiamo dicendo soltanto che a giugno il virus non ci sarà, come non c’è stato nei due precedenti anni. Quindi le lezioni potevano essere allungate di quindici giorni a giugno». A tal proposito, allora, la Fnomceo avanza tre proposte. O meglio: tre richieste, che vanno dallo slittamento di 15 giorni delle lezioni scolastiche alla chiusura degli stadi, passando per restrizioni mirate da disporre nell’arco di un mese. Ma vediamo nel dettaglio i suggerimenti enucleati dall’Ordine dei medici per ridurre le aggregazioni dove il virus circola e, dunque, le possibilità di contagio.
Scuola, stadi, spettacoli: «Sono urgenti delle restrizioni mirate per un mese»
«Un lockdown stile 2020 non si farà mai. Ma sono urgenti restrizioni mirate per un mese. Vanno ridotti i contagi». Parte da questa considerazione di base il ragionamento che motiva il monito di Filippo Anelli che, in nome e per conto dell’Ordine dei medici, esprime «preoccupazione per la situazione attuale di Covid-19 in Italia» caratterizzata da «numeri abnormi» che vanno «assolutamente ridotti con urgenza». Pertanto spiega: «Noi avevamo proposto 3 cose – elenca –. Su tutte lo slittamento delle lezioni di 15 giorni, allungando la scuola a giugno ed evitando che i ragazzi vadano oggi nelle aule: 15 giorni dopo che cambia? Poi – prosegue il numero uno della Fnomceo – chiediamo la chiusura degli stadi: altro provvedimento importante auspicabile. Insieme a un intervento sugli spettacoli che devono essere limitatissimi. O comunque con riduzioni notevoli».
Le 3 proposte dell’Ordine dei medici per ridurre i contagi e “raffreddare” la curva
Rinviare l’apertura delle scuole. Chiudere gli stadi. Ridurre temporaneamente gli spettacoli: queste le coordinate da seguire, dunque, a detta dell’Ordine dei medici. Perché, ribadisce Anelli, «in questa fase c’è bisogno non dico di un lockdown, ma di una riduzione dei luoghi di incontro della gente». Una limitazione, quella di cui parla il presidente della Fnomceo, che sarebbe circoscritta al mese di gennaio. «L’obbligo di vaccinare i cinquantenni, che è una prospettiva molto buona – conclude allora Anelli – ha tempi piuttosto lunghi. Noi avremmo bisogno invece di provvedimenti che raffreddino oggi la curva. E che ci consentano di andare verso una situazione di normalità».