Covid, il bollettino quotidiano non si tocca. Il Cts dice no al report settimanale e fredda i governatori
Il bollettino quotidiano con il conteggio dei positivi, morti, guariti, ricoverati non si tocca. L’ipotesi di sostituirlo con un report settimanale, come proposto da Matteo Bassetti (“mette troppa ansia e non serve”) e dal viceministro Costa, non piace al Cts. Che frena anche sulle proposte delle Regioni.
Il bollettino quotidiano “ci viene richiesto dai trattati internazionali e dall’Oms”, ha detto in mattinata Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza. “Noi dobbiamo per i nostri adempimenti internazionali dare ogni giorno il numero. E comunicare a tutto il mondo e a tutte le organizzazioni internazionali questo numero”.
Il Cts frena: il bollettino resta quotidiano
Anche i criteri del conteggio devono restare invariati. È l’orientamento dei tecnici di fronte al pressing dei governatori per rivedere il meccanismo del computo dei contagiati. Secondo fonti del Comitato tecnico scientifico, infatti, al tavolo di oggi si è ribadita la necessità di continuare a conteggiare anche gli asintomatici che entrano in ospedale per altri motivi. Ma che risultano positivi al virus per monitorare l’andamento della pandemia e identificare le varianti.
Il pressing delle Regione per modificare i criteri
Le Regioni, invece, avevano chiesto di modificare il bollettino che registra i positivi. Con la proposta di considerare come “caso” Covid, ma non tra i ricoveri dell’area medica covid, i pazienti ricoverati per altre patologie che risultino positivi ma asintomatici. La richiesta è esplicita. Luca Zaia, intervistato dal Corriere, chiede al Cts la possibilità di introdurre in Italia la classificazione dell’Ecdc, punto di riferimento europeo.
Zaia: gli asintomatici non vanno considerati
“Oggi perché un soggetto sia classificato come caso Covid è sufficiente che risulti positivo ad un tampone. L’Ecdc invece prevede due condizioni. Avere una malattia respiratoria o una sindrome influenzale e, sottolineo e, essere positivo ad un tampone. Si ha un caso Covid – dice il governatore del Veneto – solo se ci sono entrambe le condizioni. Ciò significa che non dobbiamo più considerare gli asintomatici e concentrarci su chi sta davvero male”.
La levata di scudi dei medici: no al maquillage
L’eventuale modifica dei criteri sul conteggio dei ricoverati positivi al Covid non piace ai medici. “I numeri dei contagiati, il trend dei positivi ricoverati in area medica e nelle intensive, comunque li si conteggi sovraccaricano gli ospedali e portano allo stremo i professionisti. I medici si sentono soli”. Così il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli. Che mette in guardia il ministro Speranza. “Valuti attentamente e con la giusta prudenza le richieste delle Regioni. Chiediamo misure di controllo dell’epidemia, non operazioni di maquillage. Che camuffino la tragicità e la portata della pandemia“.