Covid, lo dice anche Ricciardi, consulente di Speranza: «Sulla scuola il governo sbaglia tutto»
A questo punto, delle due l’una: o Draghi licenzia il ministro della Salute o quest’ultimo dà il benservito al proprio consulente. Se non accadrà nessuna delle due cose, il caos aumenterà in maniera più esponenziale di Omicron. Davvero. Così non si può più andare avanti. Leggere, per credere, l’intervista rilasciata al Messaggero dal professor Walter Ricciardi, consulente di Speranza. Un incarico, il suo, che ne lascia immaginare la diretta partecipazione ai tavoli ministeriali e quindi alle decisioni che contano. Evidentemente non è così, almeno a giudicare dalla citata intervista, più simile ad un atto d’accusa verso Speranza che ad una illustrazione delle recenti misure anti-Covid adottate dal governo.
Ricciardi intervistato dal Messaggero
Lo si coglie sin dall’incipit: «Non si stanno pendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche». Una bomba. Lui stesso definisce la situazione «esplosiva». E dal suo punto di vista ha ragione, perché se ad ispirare l’azione dell‘esecutivo contro la pandemia non è la scienza, c’è veramente da tremare. Ricciardi si sofferma soprattutto sulla decisione di non chiudere le scuole. La considera un errore. «Le scuole – spiega – chiuderanno de facto perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza». Ma questo è solo l’aspetto più vistoso.
«Per l’areazione delle classi non è stato fatto nulla»
In realtà, il consulente di Speranza boccia la linea del governo su tutta la linea. «Non sono state prese le misure che sarebbero servite», dice infatti. Come, ad esempio, la «campagna vaccinale di massa» tra i bambini compresi nella «fascia d’età 5-11 anni». L’idea di Ricciardi è quella di «mandare squadre di vaccinatori nelle scuole». O di predisporre l’aerazione delle classi (su cui insiste da sempre Giorgia Meloni), su cui, denuncia, «non è stato fatto nulla». Per il consulente di Speranza è questa la strada da battere. «Se si applicano queste misure – argomenta -, nella prima settimana di febbraio la situazione migliorerà, altrimenti si proseguirà con l’incremento». E, di conseguenza, gli ospedali entreranno in crisi. «Tra due settimane – conclude Ricciardi -, succederà in numerose regioni».