Covid, molti morti tra i vaccinati da più di 3 mesi. L’epidemiologo: «Booster partiti tardi e male»
Non solo i No Vax. Ad accrescere la triste contabilità dei morti da Covid in Italia, dove ormai da giorni siamo tornati sopra le 200 vittime giornaliere, sono anche i vaccinati con due dosi da più di tre mesi. A cercare di mettere ordine tra le informazioni che abbiamo è stato, dati alla mano, l’epidemiologo dell’Università Statale di Milano, Carlo La Vecchia, il quale non ha risparmiato critiche su tempi e modi della campagna per la terza dose. «Abbiamo due ordini di problemi», ha spiegato l’esperto, chiarendo che in primo luogo «abbiamo iniziato tardi a fare i richiami» e poi «queste dosi booster sono state fatte a molti giovani in proporzione, ad esempio nel 25% circa dei 20-49enni che non avevano urgenza a farle. Mentre sono state fatte in misura insoddisfacente ai più anziani».
Il 10% dei No Vax pesa per il 35-40% dei decessi
Quanto ai decessi, La Vecchia, intervistato dall’Adnkronos Salute, ha ricordato che il 10% di No Vax pesa per circa il 35-40% dei decessi nelle fasce d’età sopra i 60 anni, in cui c’è il maggior numero di decessi. In valore assoluto, però, il grosso delle vittime appare rappresentato da persone vaccinate con due dosi da più di 3 mesi. «L’ultimo report Iss sui morti Covid è del 28 dicembre, e gli ultimi dati disponibili sono del 20 dicembre, quindi una fase pre-Omicron», ha premesso La Vecchia, chiarendo che «questi dati ci dicono che, se guardiamo ai decessi al 20 dicembre, nella fascia dei 60-79enni, che sono quelli che muoiono di più per Covid, circa il 30-35% dei pazienti che non ce l’hanno fatta erano non vaccinati e circa il 60% erano vaccinati con sole due dosi da oltre 3 mesi». Molto pochi, invece, «meno del 10%», erano o vaccinati da meno di 3 mesi o con tre dosi. «I non vaccinati rappresentano poi circa il 40% dei morti over 80», ha puntualizzato l’epidemiologo.
Le vittime tra chi era vaccinato da più di tre mesi
«Sebbene ci sia questo paradosso, più vittime vaccinate, in realtà muoiono di più i non vaccinati – ha però chiarito La Vecchia – perché sono il 10% e fanno insieme circa il 40% dei decessi». Fra i più giovani, invece il quadro cambia drasticamente, «ma in termini numerici il peso di queste morti è minimo rispetto al dato più problematico che è quello degli over 60». «Anche se la morte di un giovane ha un peso sociale maggiore», ha commentato il professore, sottolineando che «comunque nella fascia 40-59 anni, che rappresenta il 10% dei morti, i decessi sono sostanzialmente quelli di pazienti non vaccinati, nell’80% circa dei casi».
Tra i giovani muoiono i No Vax, tra gli anziani chi non ha il booster
La conclusione, ha quindi riassunto La Vecchia, è dunque che «se uno è giovane per morire di Covid deve non essere vaccinato. Se, invece, si hanno più di 60 anni può morire anche chi ha fatto due dosi di vaccino, molto meno chi ne ha fatte tre. Quindi, bisogna sbrigarsi a fare il booster». Ma questo, è l’avvertimento, «è un quadro pre-Omicron». «I vaccini sulla malattia clinica da Omicron sembrano funzionare meno. E non sappiamo finora molto di questo mutante. Abbiamo visto che l’impatto dei vaccini sui contagi Omicron è non soddisfacente, però non sappiamo quanti di questi contagiati hanno fatto solo due dosi da più di 3 mesi. La speranza – ha chiarito La Vecchia – è che la terza dose protegga anche da malattia Omicron grave».
I morti di Covid sono morti di Covid
Quanto alle modalità di calcolo dei morti Covid e all’obiezione spesso avanzata da qualcuno, e cioè che stiamo contando fra i decessi anche persone che in realtà sarebbero morte di altre patologie concomitanti e terminali, La Vecchia non trova riscontro di una simile prospettiva. «Noi abbiamo valutato anche l’eccesso di mortalità totale, dopo la prima ondata della primavera 2020, quando questo aspetto non si registrava, e quello che emerge – ha chiarito l’epidemiologo – è che più o meno da autunno scorso il numero dei morti Covid corrisponde al dato dell’eccesso di mortalità totale. Quindi, in questo numero ci sono sostanzialmente persone che muoiono per Covid o per qualcosa che è associato al Covid. In altre parole – ha concluso La Vecchia – i morti Covid corrispondono alle morti in eccesso».