Dad in Campania, il governo ricorre contro la Regione. De Luca: «Da Draghi solo mezze misure»

10 Gen 2022 13:11 - di Redazione
De Luca

Nel giorno in cui il ritorno in Dad delle scuole elementari e medie in Campania prende la forma della carta bollata, il governatore Vincenzo De Luca lancia , via Repubblica, un altro siluro al governo. Ma procediamo con ordine e cominciamo dalle carte bollate. È notizia di queste ore del ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato contro la decisione del governatore di rinviare al 29 gennaio la ripresa della didattica in presenza per le scuole elementari e medie. L’istanza va ad aggiungersi al ricorso presentato da  alcuni genitori. Su quest’ultimo punto, il presidente della quinta sezione del Tar Campania ha ordinato alla Regione, che vi ha adempiuto entro il termine prestabilito (le ore 11 di oggi), di esibire «gli atti pertinenti e rilevanti a presupposto dell’ordinanza impugnata».

Palazzo Chigi impugna l’ordinanza di De Luca

E ora veniamo a De Luca. Nella sua intervista, ‘o Sceriffo ha difeso a spada tratta la sue decisione di mettere in Dad gli alunni delle primarie e gli studenti delle scuole medie. «Dad per tre settimane – ha spiegato -, per consentire una più vasta vaccinazione infantile e scavallare il picco di contagi previsto per gennaio». E questo, sottolinea, anche per accogliere «richieste pressanti di centinaia di presidi, di sindaci e di dirigenti sanitari». Nessun colpo di testa, dunque. Ma solo necessità di integrare con soluzioni toste le «mezze misure» di Draghi, bollate come frutto di «ottusità burocratica» e di «centralismo arrogante».

Il governatore ha paura della “sua” sanità

Sia come sia, la sua è l’unica Regione che ha disatteso la scelta di Palazzo Chigi (contestata persino da Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza) di tornare alla didattica in presenza. Ma sul punto De Luca si è detto «obbligato alla prudenza» da alcune peculiarità territoriali. Tra queste cita anche la «struttura sanitaria». Finalmente, viene da dire. Il governatore ammette che dietro il suo decisionismo si cela in realtà la paura di veder boccheggiare gli ospedali campani  sotto uno stress-test troppo impegnativo. Già, trovarsi con la sanità in crisi di certo sarebbe uno smacco insopportabile alla credibilità di chi ha più volte ha annunciato di averla risanata e rilanciata.

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